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Ritorno al passato: l’aborto clandestino riprende quota. La legge 194 è un diritto negato

Venerdì 28 ottobre, presso la sede dell’Associazione Donne in rete in via Emilio Perrone 35, parleremo dell’applicazione della legge 194 con il dr. Leonardo Zingariello e il dr. Donato Conte.

Gli ultimi dati del Ministero della Salute, sull’obiezione di coscienza nei nostri ospedali sono impressionanti: si va dal 93% nel Molise al valore più basso, ma comunque altissimo, dell’80,7%, nel Lazio e in Abruzzo. Nella nostra Regione, in Puglia, i medici obiettori sono l’86%. E poi c’è l’altrettanto impressionante dato relativo agli ospedali: su 94 ospedali con un reparto di ostetricia e ginecologia, solo 62 effettuano interruzioni volontarie di gravidanza. Cioè solo il 65,5% del totale.

Per fare un veloce raffronto basti pensare che in Inghilterra i ginecologi obiettori sono il 10%. In Svezia l’obiezione di coscienza sull’IVG (Interruzione Volontaria di Gravidanza) non esiste: gli specializzandi in ginecologia e ostetricia che pensano che l’aborto sia una cosa sbagliata vengono indirizzati verso altre specializzazioni.

L’alto numero di obiettrici e obiettori di coscienza, negando l’espletamento del protocollo dell’IVG nelle strutture pubbliche, ostacola la possibilità delle donne di abortire, costringendole a recarsi, a volte, all’estero o, per le meno abbienti, a ricorrere all’aborto clandestino.

Compiono così un’ulteriore violenza sulle donne, non rispettando la loro volontà e non ottemperando ad una legge dello Stato: la L.194/78

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