ComunicatiPrima pagina
Rubrica Società &Dintorni. Mollare se stessi, afferrare la vita
Di Elisabetta Leone

Ogni mattina do il buongiorno alle mie piantine soprattutto al bonsai spruzzando un fresco getto di acqua. Quasi come in un rito propiziatorio di una buona giornata, come un saluto alla vita. Dopo il Covid, la guerra e le altre in atto nei vari paesi del mondo, hanno sicuramente messo ai margini delle priorità la vita a favore del potere, delle conquiste delle terre, del denaro. Ma questa non è la solita questione sull’importanza della vita umana, anche se ogni giorno dovremmo leggerne un po’ tipo Vangelo. È la contestazione che viviamo in un mondo che non ci lascia scelta, che non ci molla mai, una crescendo di richieste, risposte fino allo stremo di noi stessi. E quindi è facile che perdiamo di vista il famoso senso, la vera importanza che inevitabilmente confondiamo con delirio di onnipotenza.
I bombardamenti mediatici, la corsa alla giovinezza col botox e i labbroni alla Rocki Balboa, il caro vita su stipendi al di sotto della norma europea, sono assili quotidiani che alterano le nostre esistenze, allontanandole dalla sobrietà e dalla semplicità.
E dalla serenità.
Col Covid tante vite sono scomparse, d’ improvviso e senza controllo, con la guerra stanno scomparendo volontariamente e sotto il controllo.
Assistiamo a tutto questo, mentre continuiamo ad illudere i nostri figli e i più piccoli a scuola che ciò che conta è il rispetto e la pace. Non siamo più educatori, ma bugiardi seriali autorizzati. Noi che accompagnamo piccole vite a formarsi, a comprendere le cose, per concretizzarne i sogni. Ma sappiamo ciò che accade e ci accade fuori dalle belle e costruttive attività didattiche e quindi spesso è come se perdessimo in partenza. Per cui, col getto d’acqua sulle mie piante, saluto la vita e cerco di rigenerarmi ogni giorno. Qualche settimana fa, è scomparsa una mia amica compagna di liceo, bella gentile, sorridente. Come in tutte le cose della vita, è la stessa che ci ha fatto perdere di vista, ma non nei ricordi. Ed in quelli che incollo i pezzetti di vita vissuti insieme, quando tutto ci sembrava ancora troppo lontano e difficile da realizzare. Ma anche quando tutto ci univa di più. Ha lasciato una vita, nello strazio di chi è rimasto a piangerla. E su questo avremmo tanto da dire, da capire, da incazzarci.
Ad Irene e ai suoi sorrisi azzurri.
Ai ricordi candidi di un passato da liceali.
Ai miei ricordi di vita che cerco ancora di spruzzare ogni giorno per rigenerarne un altro po’.
