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S.S. 16: “Ma in tutto questo dolore dove sono quelli che per vocazione sono chiamati a consolare?”

Lettera aperta

“Ma in tutto questo dolore dove sono quelli che per vocazione sono chiamati a consolare?

Domenica ero a messa in una delle nostre parrocchie e ascoltavo la riflessione del sacerdote che invitava la gente a non aver paura mai perché, il Signore, anche quando sembra dormire in realtà vigila e non lascia mai nessun grido inascoltato….ma sarà proprio così??? Io, più passa il tempo, più mi convinco che a dormire non sia Gesù ma Pietro. Ma possibile che dei mille drammi che affliggono questa città e di questo territorio Pietro non si rende conto? Non voglio fare memoria storica del silenzio assordante circa i fatti legati a criminalità e microcriminalità, povertà diffusa e mancanza di lavoro,  ma riferirmi a due situazioni più attuali. E’ di qualche settimana fa la notizia di 120 arresti eseguiti a seguito di controlli nei nostri territori a danno di imprenditori e caporali che ancora, nel 2021, usano metodi schiavisti per il reclutamento di braccianti agricoli. Tutto questo mentre nella giornata mondiale dei migranti non abbiamo sentito una parola su come farsi carico di queste situazioni nonostante il Papa continui a chiedere di farsi carico di questi fratelli. Dalla scorsa settimana sta circolando l’idea della costituzione di un comitato cittadino per invocare il rifacimento di una importante arteria, la strada statale 16, che potrebbe trainare lo sviluppo economico del nostro territorio oltre che arrestare una lunghissima, cinquantennale oserei dire, scia di morte. Ma la Chiesa che è in San Severo si rende conto che forse è suo compito accompagnare la crescita del popolo a lei affidato. Mi viene il dubbio che sia più conveniente celebrare i funerali che comunque portano nelle chiese tanta povera gente. Ma davvero, nel 2021 mentre Papa Francesco dialoga col mondo, dobbiamo accontentarci del sonno di questa Chiesa? Davvero la Chiesa non si rende conto che, in un territorio come il nostro, c’è più bisogno di sfruttare il potere di chiamare a raccolta per lanciare idee piuttosto che specchiarsi nella santità dei suoi padri. Mi chiedo e chiedo ma don Felice Canelli questa petizione l’avrebbe solo firmata o l’avrebbe portata lui stesso fino alla porta del Ministro delle Infrastrutture con le firme di tutti i suoi amati paesani?”

Lettera aperta firmata.

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