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SAN NICANDRO GARGANICO PUO’ DAVVERO ESSERE VIRTUOSA. BASTEREBBE SPAZZARE LA POLITICA DELL’ASSISTENZIALISMO E PROGETTARE INNOVAZIONE PER L’ECONOMIA LOCALE

San Nicandro Garganico può farcela e deve farcela. L’immobilismo politico che oggi ha raggiunto vette da capogiro va spazzato via e va ricercata una formula che salvaguardi l’interesse del cittadino e non della politica del malcostume e dell’assistenzialismo. Va incrementata la formula della conoscenza individuale di chi si va a proporre per rappresentare il popolo in Amministrazione. Oggi si sa, è cosa comune raccattare voti tra i familiari e conoscenti che impotenti sono costretti loro malgrado a dover dare delle preferenze a chi non sarà mai capace di operare per il bene.
False promesse di rinnovamento e certificate promesse di collaborazione in affari amministrativi che fanno un insieme di danni per la comunità. E la trasparenza e il bene per il popolo e per il territorio? Va a farsi benedire e a farsi fottere.
San Nicandro Garganico era un paese virtuoso ed è stato seppellito grazie a scelte scellerate iniziate dagli 80 quando si decisero in ambienti politici la cessione di locali istituzionali di grosso rilievo. Eh si, noi siamo amanti della cessione di beni terzi per propri fini personali! La storia può testimoniare. Pochissimi se non rarissimi quei politici che nella loro stanzialità garganica hanno dato valore aggiunto a questa comunità. Ma il segreto è ben altro purtroppo, ahimè, ci si deve circondare di persone non assetate di potere e di scambi “intertascali” e “interbancari” e soprattutto liberi da futuri ricatti. Ma esistono certi soggetti? Sembrerebbero persone malate, cioè non normali, eppure esistono.
Dicevamo, basterebbe spazzare la politica dello scambio e progettare innovazione per l’economia locale abbassando quelle “tasse scellerate” che la politica ha causato sia attuale che del passato facendo pesare loro le responsabilità mettendoli nelle condizioni di risarcire quanto dovuto.
Eppure il cittadino vota inconsapevolmente chi domani lo fotterà nella tasca. Risaputo da sempre. Votiamo chi ci danneggerà!
L’elemento di spicco per una sana ripresa del nostro territorio è il rifiuto solido urbano oggi affidato a ditte esterne che da anni hanno tentato di tenere in ostaggio amministrazioni senza polso, o comunque si è cercato di difendersi con enormi aggravi sulle casse comunali a danno del cittadino.
Progettare una innovazione virtuosa per la nostra economia costa poco, ma soprattutto costa poco tempo. Chi ha a cuore il proprio paese lo farebbe in pochi giorni oltrepassando i blocchi burocratici che certi uffici mettono in atto. La prima cosa è la sospensione e la penalizzazione di pubblici ufficiali comunali che bloccano il normale deflusso delle pratiche sia esterne che interne, e oggi questa amministrazione non lo fa, e poi attivarsi per spingere progetti seri e innovativi.
Dicevamo, i rifiuti dove oggi i cittadini sono gravati da un calcolo della tassa in modo scellerato non tenendo conto di tanti fattori e che potrebbe essere abbattuta di molto a favore dei contribuenti e del Comune stesso che godrebbe di alta visibilità istituzionale nel circondario. Ma si sa, la volontà e il faticare sono utopie per questa classe dirigente.
In Germania la raccolta differenziata dei rifiuti domestici incomincia verso la metà degli anni ’70, ma dal 1990 si è intensificata regolando il riciclaggio e valorizzandone le materie prime contenute. Parallelamente al fiorire del business del riciclaggio lo smaltimento in discariche è notevolmente diminuito. Dal 1 giugno 25 è proibito lo smaltimento dei rifiuti non trattati, mentre il secco viene eliminato in inceneritori e trasformato in energia elettrica o calore. La loro legislazione vigente, la Kreislaufwirtschaftsgesetz, però impone priorità, prima il riutilizzo e la rivalorizzazione e solo dopo, per il rimanente, la trasformazione in energia.
La suddivisione dei rifiuti in varie categorie è simile a quella italiana. Carta, vetro, umido, imballaggi e secco vengono ritirati dagli addetti presso le abitazioni, negozi o condomini con appositi bollini che si comprano al comune e che se al passaggio degli addetti non è appiccicato il bollino per il ritiro, gli addetti lasciano i rifiuti nel bidone fin quando non si è ottemperato al pagamento. Questa è già la prima parte importante su come far risparmiare i nostri cittadini! Poi, medicine, materiale elettrico, pile, verde, lubrificanti, legno, ferrovecchio, macerie e vestiti sono da portare nelle apposite isole ecologiche o punti di raccolta. Per il cittadino, lo smaltimento è per la maggior parte gratuito in quanto il costo è già compreso nel prezzo di acquisto, quindi è il produttore che finanzia lo smaltimento. Al cittadino rimangono i costi per lo smaltimento del secco. Si paga a volume per dimensione e numero di bidoni o cassonetti richiesti con i relativi bollini.
La cauzione per il multiuso di bottiglie e contenitori. Il consumatore paga una cauzione all’acquisto di bottiglie di vetro o di plastica PET multiuso. La cauzione verrà restituita alla riconsegna del vuoto. Se le bottiglie vengono buttate non si avrà nessuna cauzione.
La qualità della raccolta differenziata condiziona direttamente il livello di riciclaggio.
Una raccolta organizzata male e quindi non idonea al riciclaggio dei materiali diventa una discarica, o un inceneritore, con sgomento dei cittadini che si sono impegnati pensando di contribuire alla diminuzione degli sprechi.
In un circolo virtuoso di responsabilità condivisa, il supermercato, che debba gestire il deposito cauzionale o che voglia organizzare promozioni basate sulla fidelizzazione clienti, mette a disposizione una macchina per la raccolta e cambiare il rapporto dei cittadini alla differenziata (un notevole contributo alla collettività) e aumentare la frequentazione del suo punto vendita.
Un esempio questo che potrebbe espandersi ad altri argomenti per il nostro paese modificando la nostra grettezza culturale.
L’errore che la politica locale ha commesso è stato il non educare i cittadini a determinate scelte e cose da farsi, ma del resto non possiamo pretendere certe cose se chi dovrebbe educare i cittadini manca di una propria esperienza in materia.

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