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San Severo: 29 ANNI SENZA NINO CASIGLIO

Il 16 novembre 1995 ci lasciava il Preside NINO CASIGLIO. Rendiamo un doveroso omaggio alla memoria dell’uomo, dell’intellettuale rigoroso, del politico, dell’editorialista di valore, dello scrittore che ha ‘raccontato’ la Capitanata attraverso le storie individuali e collettive del suo popolo portandole alla ribalta della Letteratura nazionale. Oggi più che mai è importante far conoscere alle nuove generazioni la figura e il modello culturale di un Politico e di un Intellettuale meridionale come CASIGLIO, poiché potrebbe innescare un circolo virtuoso nel tessuto di una città che ha smarrito – da tempo – il valore della convivenza civile, della propria identità, del proprio decoro. Lo diciamo senza polemica alcuna ma una comunità che non è attenta alla propria memoria, che non conserva o non conosce le proprie radici, produce dei ‘mostri’ che portano dritto verso una comunità senza volto, senza un’anima, che vive in una terra “di mezzo”. CASIGLIO amava e diffondeva la MICROSTORIA. Un input che molti insegnanti hanno recepito sino al punto che le scuole del nostro territorio vanno alla riscoperta della storia locale, della storia patria, per trasmettere ai ragazzi la conoscenza e il rispetto dei beni culturali e dei Sanseveresi illustri. Docenti che cerano di combattere, così, il gravissimo fenomeno di ESTRANEITÀ, INDIFFERENZA, DISINTERESSE, di tanti adolescenti, sulla strada della dispersione scolastica, del bullismo e della violenza senza limiti, suscitando in essi il senso di APPARTENENZA ad una comunità. Le Istituzioni politiche cittadine, le associazioni culturali, per la figura di CASIGLIO dovrebbero dare vita concretamente ad un ciclo di conferenze con gli alunni dell’ultimo anno delle scuole superiori e potrebbero pensare all’istituzione di BORSE DI STUDIO e – soprattutto – investire risorse per la ristampa del romanzo “ACQUA E SALE” con il quale vinse il prestigioso PREMIO NAPOLI. Tutto questo anche con il coinvolgimento dell’Università di Foggia. Questa sarebbe UNA LEZIONE VIVA, ATTUALE dell’educatore CASIGLIO per le giovani generazioni e non solo. Altrimenti il suo nome sarà relegato solo in un busto bronzeo, in una panchina (seppur letteraria), oppure in una storica galleria. L’indimenticato Preside-Scrittore fece pronunciare a DONATO MARZOTTA, personaggio centrale di “Acqua e sale”, questa amara constatazione: “PER ME È CAMBIATO QUEL CHE DOVEVA RESTARE, È RIMASTO QUEL CHE DOVEVA CAMBIARE”. A commento di questo suo romanzo, l’Autore non si arrende alle ragioni di un modello negativo – anche se vincente – e dirà testualmente: …<Con ‘Acqua e Sale’ ho cercato di rappresentare la mia delusione per la perdita dei valori – che ho constatato coi miei occhi – della Civiltà Contadina. Ma la mia non è rassegnazione, perché sono convinto che non sempre lo sconfitto ha senz’altro torto e il vincitore automaticamente ragione>. Sia ben chiaro che non era un rimpianto per “l’Italietta rurale” ma era una denuncia per l’inarrestabile consumismo che avanzava con i processi di disuguaglianze e di omologazione culturale. CASIGLIO vedeva lungo, come i grandi intellettuali del suo tempo.

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