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SAN SEVERO: COME ERA BELLA LA PIAZZA

di Michele Monaco

TONINONOTARANGELO  ( 90 anni compiuti) sembra il protagonista del romanzo <<L’ultimo dei Mohicani>>. Si accalora mentre  racconta: << PENSATE CHE SONO IN QUESTA PIAZZA DAL 1948. La mia prima cartolibreria era allocata al civico 32 ( dove attualmente vi è una vetrina di fotografie),lì  c’ eraamche la  rivendita di giornalidel  prof Milone col papillon . Nella stradina adiacente c’ era la torrefazione caffe’ Giuliani che inebriava la strada di un piacevolissimo odore di caffè.Ricodogli anni in cui questa piazza era gremita di gente che si incontrava e si intratteneva a lungo, soprattutto verso sera. Avvenivano incontri tra amici ma anche incontri frequenti tra commercianti ( molti provenienti da tutta l’Italia) per trattare la compravendita dell’uva e delle olive. Il commercio era fiorente e i “forestieri” avevano a disposizione due alberghi nei pressi della piazza. Uno, in via Mercantile(oggi via Recca) , si chiamava “ALBERGO ITALIA”e l’altro -in via Carmine Ripoli-si intitolava “ALBERGO MODERNO”. Due alberghi in centro, ma anche due bar storici in piazza frequentati da tanta gente Uno era il “CAFFE’ CENTRALE”( i cui proprietari erano i fratelli NICOLINO e LUIGI MASSA) e l’altro era il bar “CAFFE UNIONE” il cui proprietario era il sig. DOMENICO DI FILIPPO, un abruzzese diventato famoso per aver inventato e prodotto il panettone “PAN DRION”.Una ricetta che negli anni ’50 e ‘60 è stata l’orgoglio della pasticceria della Capitanata, una specialità ancora viva nei ricordi di molti sanseveresi, dal sapore inconfondibile, che veniva acquistato e consumato soprattutto durante il periodo delle festività natalizie. La meraviglia era che in ogni confezione si poteva trovare un foglio dove era stampato il testo di una poesia del noto avvocato-poeta ERNESTO MANDES, L’incipit era il seguente “Ne la Daunia – a Sansevero/ (la città del mio pensiero)/ dove prospera la vite/ e l’inverno è alquanto mite,/ v’è un insigne pasticciere/ che fa un pane ch’è un piacere”. Tonino serve un cliente e poi prosegue con i suoi ricordi: << Nei locali dei due bar vi erano delle frequentatissime sale da gioco. Alla destra del Bar Unione spiccava la Macelleria “AQUILANI” e ancora sulla destra- al posto dell’attuale Bar Biri- c’era un negozio di tessuti intitolato al sig. “DI BATTISTA”. << Purtroppo-dice- nel nostro centro storico ho assistito progressivamente alla chiusura delle botteghe artigianali, i negozi di vicinato sono spariti, le loro insegne spente per sempre. Alcune vetrine storiche che hanno caratterizzato via Soccorso e via Daunia sono chiuse da tempo come il negozio di scarpe di GIOVANNI VOLPE che era lì sin dal 1948>>. Due signore (Lucia Valentini e Patrizia Vittoria Risoldi) ricordano con nostalgia un negozio di eleganti corredi in via Daunia della titolare signora ASSUNTINA MORRICA( nonna della signora Patrizia V.Risoldi) . Tonino indica la saracinesca chiusa dirimpetto alla sua cartolibreria e ci ricorda che là -una volta- c’era il rinomato negozio di generi alimentari dei fratelli DE SIATI. Sotto l’arco della neve dimorava il chiosco della vendita di gazzose e del ghiaccio venduto a pezzi per chi non aveva il frigorifero. Si accendono le prime luci della sera, passano dei ragazzini su un motorino senza targa e senza casco. Urlano per la loro bravata nell’impennare la moto.. Alcuni anziani seduti sulla panchina dirimpetto la chiesa dei Celestini inviano all’indirizzo dei giovani scapestrati epiteti irriferibili. L’utimo sguardo è per il negozio dei cinesi contraddistinto da due lanterne rosse che campeggiano in alto. Tonino si affaccia ancora una volta e sospira queste parole:<< E pensare che qui c’era la pasticceria del Caffè UNIONE con il Pan Drion. Poi rientra e scompare dietro ad una pila di libri.

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