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SAN SEVERO E “LA VIA DEI ROSONI” LA BELLEZZA RISCOPERTA

Un modo per rinascere e per riscoprire la propria terra è senz’altro quello di guardarla con occhi diversi, rivelandone una bellezza profonda ma allo stesso tempo ignorata o data per scontato (ma che non per questo perde fascino e luce) come accade per i “Rosoni di Puglia”, progetto diretto ad ottenere il riconoscimento Unesco per i rosoni della nostra regione, che ne individua ben 33, compreso quello della chiesa di San Severino Abate di San Severo.

Finestrone decorativo di forma circolare presente sulle facciate delle chiese di stile romanico e gotico, con un traforo in pietra e colonnine disposte radialmente, raccordate da archetti, il rosone rappresenta una vera e propria forma d’arte, di cui ai giorni nostri si vuole acquisire un’accresciuta consapevolezza al fine di una spinta alla valorizzazione territoriale.

Ispirato agli “occhi” delle basiliche romane del V-VI secolo, ha visto una prima diffusione in Italia nella seconda metà del XII secolo. Simbolo del dominio di Cristo sulla Terra, il rosone indica la ciclicità della fortuna umana e il rapporto tra il tempo degli uomini e quello incommensurabile di Dio.

Un’architettura che può giungere ad una notevole complessità, sia per la struttura che per le vetrate e le figure che ad essa si affiancano o sovrappongono, e che vede definirsi il suo rapporto con la luce, sinonimo di vita e rinascita, come per il fenomeno dell’equinozio di primavera e d’autunno, quando il sole del tramonto attraversa il rosone della Chiesa madre di Minervino di Lecce, disegnando un disco luminoso sulla parte ad est: un esempio di architettura mistica, che la dice lunga sulla concezione e sui significati che queste opere possono custodire.

Una bellezza senza tempo che aspettava solo di essere ritrovata, osservata con occhi nuovi perchè innamorati: infatti è solo attraverso l’amore per la propria terra che la si può riscoprire.

Va ricordato che ogni rosone ha una propria unicità, pur esprimendo un’appartenenza di fondo ad un intero mondo religioso, storico e territoriale. Un patrimonio culturale condiviso, che può favorire il turismo lento e la riscoperta della meraviglia della propria terra, inaugurando la “Via dei Rosoni”.

Portanti, per l’iniziativa nata dalla Compagnia degli Exsultanti, presieduta da  Antonio Gelormini, il rosone della Cattedrale di Troia, il rosone della Cattedrale di Ostuni e il rosone della Cattedrale di Otranto, in coro con gli altri 30 individuati, peculiari e complementari insieme.

Un mosaico di arte e spiritualità che attraversa la Puglia, raccontandola e rivelandola in modo unico ed irripetibile. Un’occasione per toccare ancora una volta con mano le radici di una terra ricamata da una bellezza profonda, che la rende magica

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