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San Severo: Fedora Spinelli alla 59a edizione Biennale Internazionale D’Arte di Venezia

Ormai è ufficiale: Fedora Spinelli, nota artista di San Severo (FG) è tra i protagonisti della 59a Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. Una sua importante opera “Board”, a partire dal 22 aprile, sarà infatti esposta nel Padiglione “Grenada” all’interno del Collettivo “Identity Collective”, un gruppo di artisti appositamente costituitosi per l’importante esposizione.
Affascinante e particolarmente attuale la tematica affrontata dal padiglione Caraibico “Unknown that does not terrify” (un’incognita che non spaventa), e dunque una chiara ed evidente rivendicazione del diritto alla diversità umana e culturale, un invito esplicito all’incontro con gli altri, al superamento di barriere e confini per favorire un costruttivo rapporto tra multilinguismo e multietnicità. Tra i vari argomenti che verranno trattati all’interno del Padiglione, situato nel rinomato “Giardino Bianco”, anche “Integrazione” e “Identità”, due termini solo in apparenza diversi o antitetici, entrambi, invece, fortemente simili e collegati.
L’identità è un principio alto e nobile, la condizione fondamentale della nostra esistenza e non coincide affatto con la chiusura o il ripiegamento in noi stessi. In realtà solo chi si conosce ed è saldo in ciò che crede guarda l’altro negli occhi e, nel caso, gli allunga la mano per aiutarlo a rialzarsi e riprendere il cammino. Allora “identità” e “integrazione” vengono ad essere una sola ed unica cosa, ad assumere lo stesso, identico significato: dobbiamo tutti imparare a costruire ponti di dialogo e comprensione per fare del mondo intero una famiglia di popoli riconciliati tra loro. E’ questo un messaggio che oggi, purtroppo, è tornato di particolare attualità perchè stiamo vivendo tempi complessi, dominati dai rumori sinistri di una guerra incomprensibile alle porte dell’Europa.
Nel grande quadro di Fedora Spinelli, potente e scenografica composizione astratta, infiniti tasselli di colore, veri e propri ricami cromatici, galleggiano leggeri su di un fondo scuro legati tra loro da un sottile filo rosso. Si dirigono tutti verso un confine, un vero e proprio muro di sbarramento ma riescono a superarlo proseguendo nella loro importante azione di legame e coesione. In quest’opera, allora, si legge tutto il desiderio e la speranza della nostra artista per una cultura dell’incontro, capace di far cadere tutti i muri che ancora dividono il mondo. Opera potente e scenografica, dicevo appena prima, e particolarmente in linea con le tematiche del Padiglione la cui presenza a questa storica Biennale viene finalmente a premiare un’intera vita dedicata all’arte e alla creatività.
Fedora Spinelli è ormai un nome importante del panorama artistico nazionale e vanta dunque un variegato e interessante curriculum critico-espositivo fatto di mostre, personali e collettive, tenute in tutta Italia e nelle principali capitali d’Europa. Articolato e complesso anche il suo percorso artistico che, dopo il traguardo accademico, ha spaziato dall’insegnamento alla pittura e alla poesia con momenti di forte e sentito impegno culturale e di intenso e meditato lirismo. Artista a tutto tondo, dunque, carica di vitalità ed energia e ancora oggi incessantemente impegnata a creare e produrre in un vero e proprio vortice multidisciplinare dove i vari ambiti (pittura, letteratura e poesia) si fanno “vasi comunicanti” dialogando tra loro, dando vita ad un’unica, grande vena espressiva.
Appassionata del suo lavoro, ha sempre proceduto con metodo e rigore quasi scientifici affrontando varie tematiche, analizzando argomenti, entrando direttamente, con coraggio e intelligenza, nelle più svariate problematiche del nostro tempo. Ha sempre proceduto per cicli, Fedora Spinelli, seguendo sempre il suo stile, il suo linguaggio, il suo modo di intendere e concepire la comunicazione artistica, un insieme di Astrattismo e Informale di straordinario gusto estetico, ma con caratteristiche e risultati del tutto personali perchè fortemente giocati sull’istinto e le emozioni, sulla lettura e l’interpretazione dell’interiorità, sulla magica e straordinaria forza del sentire poetico. Una ricerca prolungata e continua del segno, del colore e del gesto che, nel tempo, è giunta ad una maturità piena e che si manifesta chiaramente nella potenza della scala cromatica, nella leggerezza e delicatezza dei tracciati, nell’eleganza delle forme adottate.
Tra pochi giorni sarà dunque possibile ammirare l’opera dell’artista di San Severo alla 59a Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. E’ questo un traguardo importante, un sogno che solo pochi artisti riescono a realizzare. Con questo obiettivo, meritato e raggiunto, il nome di Fedora Spinelli entra nella storia.

Luciano Carini
(Consulente scientifico per gli artisti
italiani alla 59a Biennale di Venezia,
Pad. Grenada)

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