SAN SEVERO: giovane trattenuto per otto ore, chiesto un riscatto da 6mila euro. Quattro arresti in flagranza

Un sequestro lampo a scopo estorsivo è stato sventato in Città nei giorni scorsi: un giovane è stato prelevato con la forza, minacciato e picchiato da quattro uomini che gli hanno imposto il pagamento di 6mila euro per riottenere la libertà. I presunti responsabili – due sanseveresi e due napoletani – sono stati arrestati in flagranza dalla polizia, intervenuta dopo una segnalazione; la vittima è stata trovata in lacrime, con evidenti segni di violenza.
Secondo la ricostruzione del giudice per le indagini preliminari, tutto ha avuto inizio la mattina del 10 aprile, intorno alle 11:00, quando C. B. (37 anni) e F. P. D. V. (24 anni) si sono recati presso l’abitazione del giovane. I due avrebbero fatto pressioni su di lui, minacciandolo affinché li accompagnasse in un ufficio postale per prelevare una somma di denaro; l’operazione, però, non sarebbe andata a buon fine, generando tensione e sfociando nel sequestro vero e proprio.
Il ragazzo è stato quindi costretto a seguirli nell’appartamento di B., nel quartiere San Bernardino, dove è stato trattenuto dalle ore 14:00 fino alle 22:00. In quelle otto ore di trattenimento forzato, è stato sottoposto a minacce e percosse, con la promessa che sarebbe stato rilasciato solo al pagamento di 6mila euro. In caso contrario, i sequestratori avrebbero pianificato di trasferirlo a Napoli, aggravando la sua situazione.
A salvare il giovane è stata la tempestiva denuncia di un parente, che ha messo in moto l’operazione di salvataggio: gli agenti, una volta all’interno dell’alloggio, hanno trovato la vittima in uno stato di forte shock, con il volto tumefatto e in lacrime. Assieme a B. e D. V., sono stati arrestati anche A. D. S. (29 anni) e V. V. (38 anni), entrambi di origine napoletana. Un quinto soggetto è stato denunciato, mentre resta da identificare un sesto presunto complice.
Durante la perquisizione, sono state sequestrate carte prepagate, postamat e appunti riconducibili all’attività estorsiva. Il giudice ha convalidato gli arresti, definendo l’azione come “spregiudicata e brutale”, e ha disposto la custodia cautelare in carcere per il concreto rischio di reiterazione del reato. Gli atti sono stati trasmessi alla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, che indaga su un possibile sistema di riciclaggio illecito di denaro.
Restano aperti anche gli accertamenti sul ruolo della vittima, che secondo l’accusa avrebbe inizialmente accettato di fornire il proprio conto corrente per agevolare il trasferimento di fondi sospetti, prima di finire lui stesso vittima di un sistema criminale più complesso.
