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SAN SEVERO: GLI ARTISTI, LA CREATIVITA’ E L’ECONOMIA DI UNA CITTA’

Parlare di artisti locali, di cultura e di economia suona stonato, infatti si ha un’idea dell’economia estranea all’ambito culturale, anzi in antitesi, considerando il settore creativo di zona del tutto o quasi inutile al commercio e al lavoro.
Per tradizione si pensa all’imprenditoria, mossa dall’obiettivo economico, di spalle all’arte e alla cultura. Niente di più sbagliato. Tanta è infatti la ricerca e la necessità di idee e di creatività per un imprenditore – per di più in un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando.
Ne deriva che una società abituata a confrontarsi in modo aperto su temi e visioni, grazie al rapporto con il pensiero ideativo, avrà maggiori occasioni di inventiva e risoluzione dei problemi: il rapporto con la cultura artistica e quindi con la creazione dal nulla e la mobilità delle idee finirà per incidere inevitabilmente sullo stile di pensiero sociale e sulla visione imprenditoriale, fornendo dinamismo e scoperte spesso risolutive.
Tra l’altro, al di là delle ripercussioni che il pensiero estetico può avere sui diversi settori imprenditoriali, va detto che l’economia creativa propria sarà sempre più centrale per lo sviluppo della società futura. Infatti l’Onu ha dichiarato il 2021 anno dell’economia creativa per lo sviluppo sostenibile, e gli investimenti nel settore fondamentali per le sfide globali che ci attendono.
Economia e Tecnologia sono così affiancati da Creatività e Cultura, finalmente riconosciuti elementi chiave per la ripresa del pianeta. Fattore dell’economia mondiale in sensibile ascensione, tanto che si prevede possa costituire il 10% del futuro Pil globale, l’economia creativa si conferma inoltre capace di nutrire dialogo, confronto e incontro tra i popoli, immettendo quella l’innovazione necessaria ad una crescita che si auspica armonica tra le diverse aree del mondo, e non più esclusiva.
E’ il caso di dire dal locale al globale quindi, e così prendendo esempio da una visione planetaria ogni cittadina può fare lo stesso, imparando ad utilizzare l’estro e il genio dei propri artisti più capaci nei diversi settori. Alcuni esempi i contributi che pittori e writers possono dare all’arredo urbano, concorrendo a colorare le mura e insieme i pensieri della città – pensiamo a come dopo la guerra nei Balcani l’amministrazione pubblica di Tirana decise di colorare i muri delle abitazioni per spingere alla positività e alla ripresa. Preziosa inoltre l’interazione degli artisti locali con i percorsi scolastici e la didattica tradizionali, affiancando il pensiero intuitivo e introspettivo a quello didattico, maggiormente logico-razionale, e dotando così i ragazzi di nuovi mezzi di scavo, dialogo interiore ed elaborazione dei pensieri.
Ma gli artisti potrebbero interagire anche con imprenditori alla ricerca di nuove idee per le proprie aziende, con veri e propri incontri e sedute di brainstorming e, per la salute, proporre l’arte terapia, favorendo la scoperta intima delle arti e dei loro benefici in chi potrebbe trarne vantaggio curativo – per non parlare del rapporto implicito tra arte e natura, che tanto potrebbe dare alle esigenze ambientaliste della società che ci attende.
Questo solo alcune delle possibilità di intervento sul tessuto socio-economico da parte di un settore, quello artistico e culturale, che pullula di idee, saperi, sensibilità e creatività, fattori preziosi se compresi e ben indirizzati.
Agli artisti il compito di proporsi in modo progettuale, alla città quello di riconoscerli e dargli spazio.
Nazario Tartaglione

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