SAN SEVERO: Il mio sogno da piccolo non può essere trattato così!!!
LETTERA ALLA REDAZIONE
“Quando ero piccolo amavo la pallacanestro, diciamo che mi nutrivo di essa. Sto parlando di quando frequentavo la scuola media, la Palmieri; per intenderci quando esisteva il pallone pressostatico, ai tempi della Mars Cestistica, quando vivevo in attesa delle domeniche in cui
la squadra giocava in casa, mentre durante la settimana aspettavo di allenarmi con i miei compagni ed il mio istruttore Morfeo. Ma questo non mi bastava! Spesso andavo sui campetti all’aperto a giocare ed a sfidare gli altri, perché esistevano diversi campi di pallacanestro all’aperto, tutti appartenenti a oratori delle chiese. Probabilmente, averne uno comunale a disposizione sette giorni su sette, tutto l’anno sarebbe stato pretendere troppo! Ricordo che, nella mia ossessione, il giorno di un mio compleanno marinai la scuola e, con il mio pallone di pallacanestro sotto il braccio, mi girai tutti i campi di pallacanestro oratoriali tirando e ritirando il pallone al canestro!
Una settimana fa, a distanza di più di trent’anni, mentre svolgevo la mia passeggiata pomeridiana quotidiana, passando per Via Fortore vedo quello che ai miei tempi sarebbe stato un sogno ad occhi aperti! Un campo di basket , “open”, all’aperto, nuovo di zecca, pittato tutto blu, con le linee del campo regolamentari, con i canestri regolamentari con tabelloni, anello e retine in ferro, recintato per intero e con la rete di protezione sopra il recinto, aperture dei due ingressi a scorrimento con lucchetti per la chiusura. Bello, bellissimo… fantastico!
Solo ieri, essendo mancato per qualche giorno, sono ripassato per Via Fortore, ed ancora orgoglioso, mi sono riavvicinato al campetto per poterlo ammirare ancora una volta! Ho visto il campo e, con una sensazione di profonda tristezza, l’ho visto ricoperto di pietre, mattoni, pezzi di vetri ed altro ancora! Incredulo, ferito, disilluso, frustrato e impotente mi sono allontanato tra mille pensieri e mille perché! Cosa fare? Com’è possibile ciò? E poi chi ha fatto sì che un sogno così si realizzasse non prevedeva che sarebbe finita così? Eppure ci sono stati altri servizi pubblici finiti male , penso al “bike sharing”, ad esempio. Non si sarebbe potuto prevenire con una telecamera di sorveglianza?… A questo punto, forse, sarebbe stato meglio destinare quei soldi a qualcosa di più utile, caro il mio piccolo Michele!
Devo fare qualcosa!! Il mio sogno da piccolo non può essere trattato così!!!”
“Il grande” Michele
Scritto da Michele Checola