CulturaIn evidenzaPrima pagina

SAN SEVERO: IL TESORO DEL POZZO DELLE BENEDETTINE

di MICHELE MONACO

Cosa si nasconde sul fondo del pozzo dell’ex Monastero di San Lorenzo, oggi Scuola di San Benedetto? Ce lo svela GIOVANNI DI CAPUA, noto e stimato architetto sanseverese, il quale ha presenziato al primo prosciugamento del pozzo nel lontano 1984 quando fu chiamato come tecnico per dirigere i lavori di ristrutturazione di locali che si affacciavano nel chiostro dell’ex monastero. Occorreva drenare l’acqua del pozzo e ripulirlo dal fango. L’impresa edile si rifiutò poiché non era previsto nei lavori. A questo punto DI CAPUA affacciò l’ipotesi che probabilmente sul fondo del pozzo -nel secolo precedente-erano caduti dalle mani o dal collo delle suoreoggetti preziosi e chissà cos’altro ancora… Insomma aveva fatto balenare in tanti l’idea che nel pozzo potesse trovarsi un piccolo tesoro.Racconta l’architetto:…<<il giorno dopo il pozzo fu svuotato gratuitamente alla presenza di un rappresentante della Soprintendenza e si procedette al recupero dei reperti visibili sul fondo della cisterna. I primi a venire fuori furono dei blocchi di pietra che furono accatastati l’uno sull’altro. Venne fuori anche un caricatore di proiettili totalmente arrugginiti ed una tazza da caffelatte di manifattura inglese, almeno così riportava il marchio sul fondo. Una marea di gente andava e veniva, tutti avevano qualcosa da dire. Sparirono subito il caricatore e la tazza: neanche il tempo di poterli fotografare. Un signore anziano riferì di aver visto nel 1944 (quando le truppe alleate erano state alloggiate in strutture pubbliche e palazzi privati) dei soldati smontare le pietre della bocca del pozzo e gettarle nell’acqua sottostante perché impedivano di collocare una bistecchiera. La presenza dell’acqua evitò che le pietre si frantumassero e le conservò per quarant’anni (1944-1984).La maggior parte dei blocchetti in pietra erano ancora integri e furono conservati in cassette di legno in attesa di tempi migliori visto che l’impresa, delusa per il mancato …ritrovamento di tesori, aveva chiesto una cifra impossibile per il loro ricollocamento>>. Dopo una decina di anni, alla notizia che per motivi didattici serviva la stanza dove erano stati conservati i reperti, temendo per la loro sorte, l’architetto DI CAPUA si offrì volontario e sponsor per il recupero e procedettealla ricomposizione dei frammenti che, con molta pazienza, furono saldati con un’apposita resina. La nuova inferriata, ridisegnata grazie ad una foto d’epoca, fu costruita da un valente artigiano e ricollocata nei fori esistenti. Un grazie dalla Città a GIOVANNI DI CAPUA peraver restituito all’antico splendore il pozzo di San Benedetto. QUESTO SÌ È UN VERO TESORO!

Altri articoli

Pulsante per tornare all'inizio