ComunicatiPrima pagina

San Severo: L’intervista a ASSUNTA IANNACE campionessa di bodybuilding

DiCAROLINA LEONE

Assunta Iannace, Dott. ssa in Scienze Motorie, Personal trainer e istruttrice di ginnastica rieducativa della postura.

1)Ciao Susy, allora quando e qual è stato l’input che ti ha coinvolta verso questa passione?

premessa: da bambina sono sempre stata paffuta ed in età adolescenziale molto rotonda (utilizzo un termine che oggi va tanto di moda: “curvy”). Nonostante abbia fatto sempre sport di vario genere: danza classica, moderna, hip hip, nuoto, fino ad arrivare a gareggiare ed esibirmi in varie competizioni. Arrivai poi un punto (a 16 anni circa) in cui interruppi ogni attività. Avevo bisogno di cambiare, di avere nuovi stimoli e di conoscere gente diversa.Ho sempre amato il cibo e la cucina (ringrazio mia madre) infatti mi definisco un inguaribile “mangiona”. Per questa ragione mi avvicinai al mondo fitness e sala pesi con l’obbiettivo di perdere qualche chilo di troppo. Di li (più o meno 17 anni) iniziai il percorso in sala pesi con il mio solito approccio aggressivo e grintoso (chi mi conosce, sa).Inizialmente per me era sollevare carichi, fare esercizio e sudare per ottenere un obbiettivo: il dimagrimento. Non era lo SPORT della mia vita ma soltanto un “mezzo”. Con il passare del tempo mi rendevo conto, anche grazie a chi era nel ramo da molto più tempo, che la “sala pesi” pian piano stava diventando una passione: il “bodybuilding” e l’amore per questa disciplina stava crescendo. Analizziamo questo temine “bodybuilding” ovvero “costruzione del corpo” era proprio quello che stava accendendo su di me: ho iniziato a trasformare radicalmente le mie forme, a costruire il mio corpo secondo quelli che erano i canoni di bellezza che ho sempre desiderato. Ho iniziato a capire come il bodybuilding possa agire non solo sul corpo ma anche sulla mente e di come possano i sacrifici e gli sforzi fatti durante un allenamento, renderti una persona diversa nella vita. Insegnarti a reagire diversamente agli eventi che prima ti avrebbero mandato in bestia. Temperare una reazione, avere il controllo di te stessa.  È una disciplina “individuale” cioè non sei in competizione con nessuno se non con te stessa: oggi ti poni come obiettivo quello di sollevare il tuo stesso peso in squat. Domani magari ci riesci e dopo domani ne vorrai sollevare il doppio e così via. Riesce dunque a modificare il modo di vedere le cose nella vita quotidiana e di migliorarsi giorno per giorno senza mai fissare un limite. È questo il ”bodybuilding”.

2)Quali sono stati i gradini affrontati per il raggiungimento dei tuoi evidenti risultati?           

Cambiando varie palestre mi confrontavo con teorie e pratiche diverse, più moderne, a confrontarmi con vari Coach che mi spingevano a fare del bodybuilding il mio stile di vita.  Fin quando all’età di 19 anni intrapresi il percorso di “bodybuilder agonista” abbinando agli allenamenti (che diventavano sempre più frequenti) l’alimentazione sportiva.  Fu qui che il mio corpo ebbe una metamorfosi (positiva per molti e negativa per tanti altri) e iniziai ad incontrare i primi ostacoli.  Ora non era più soltanto un sport “individuarle” ma inizia ad essere “collettivo” e di “confronto” su ciò che non poteva essere confrontato: “la bellezza estetica “.

3)L’alimentazione in questa disciplina quanto è importante?

L’alimentazione era rigida tanto quanto gli allenamenti. Mangiavo solo determinanti alimenti, pesati al grammo escludendo totalmente ciò che non era previsto, rendendo la mia alimentazione povera e monotona.

Gli allenamenti erano lunghi (durata media 2 ore), estenuanti (si parla di 40/50 serie) e quotidiani. L’alimentazione, per arrivare a gareggiare su palchi importanti e portare una condizione “mediocre” è il 50% della preparazione totale, il restante è l’allenamento. Iniziavo a sognare pizza, torte, gelati, cornetti, lasagne, parmigiana e quant’altro dato che ormai da 7/8 mesi mangiavo soltanto riso, pollo, albume e merluzzo e la sofferenza delle carenze alimentari iniziava a farsi viva. Mia madre e la mia famiglia mi hanno sempre sostenuta anche perché non avevano altra scelta: ormai avevo deciso e nessuno mai poteva riuscire a farmi cambiare idea.  Dopo 7 mesi di lunga preparazione atletica (zero sgarri alimentari e allenamenti 7 giorni su 7) partecipai alla mia prima gara su un grande palco: “Rimini Wellness 2018” dove gareggiai come “ bikini” nelle varie categorie altezza-peso. Tornai a casa sconfitta e sconsolata perché non risultavo essere ancora “pronta”. Il dietro le quinte di queste competizioni non mi piaceva, c’era qualcosa di strano ma, dovevo vincere. Di li ci furono il susseguirsi di competizioni: Slovenia, Vicenza , ancora Rimini eccetera. Da cui ne uscivo vincitrice solo a metà ovvero medaglia d’argento e svariate di bronzo. Ormai la mia vita era quella: “Mangia.Allenati.Dormi”. Fin quando non arrivai al “The best Natural” dove vinsi un oro confrontandomi con centinaia di atlete natural e non. Purtroppo dietro questo sport si cela una parte nascosta: quella del doping che non ho mai intrapreso. Per questo è par altri motivi ben più serie decisi di mollare il mondo delle competizioni.

7)Quali sono i tuoi progetti futuri riguardanti le gare? Continuerai?

Ora avrei dovuto riprendere la mia “regolare” vita. Ma questo risultava assai difficile. Inizia a soffrire di DCA (disturbi compulsivo alimentari), amenorrea, effetti rebound sul corpo come la tendenza ad ingrassare e soprattutto il non accettare più il mio corpo come donna “normale”ma voler vedere solo linee “da palco” che sono linee che una donna non può tenere fuori dalle competizioni per ragioni fisiologiche. Nel frattempo ho intrapreso il corso di laurea Triennale in Scienze Motorie proprio per cercare di recuperare quei danni che ho arrecato al mio corpo ma soprattutto alla mia psiche. Man mano che studiavo mi rendevo conto di quanto sia stata stupida ad affidarmi a persone che non hanno competenze e studi sulla fisiologia umana ed ormonale e soprattutto su quella femminile che è molto più complessa rispetto a quella maschile. Tramite studi, ricerche ed esami ho approfondito tutta quello che prima sapevo per “infarinatura” e ho iniziato a risolvere i miei problemi d’accettazione verso me stessa. Ho spostato i miei obbiettivi di vita: da essere “una bodybuilder da competizioni” ad essere “una cultrice del fitness e della salute”.  Ho Conseguito la laurea il 20/01/2020. Il titolo della mia tesi la dice lunga su ciò che per me oggi è lo Sport: “Adattamenti Fisiologici indotti dall’attività fisica e miglioramento dell stato di salute”. Quindi sport=salute.

4) Quante volte ti alleni in settimana ?

Attualmente mi alleno con regolarità tre/quattro volte a settimana ma, allenando i miei clienti, faccio attività e movimento tutti i giorni. Magari dedico i giorni in cui non mi alleno a tecniche di rilassamento, yoga o ginnastica Posturale (indispensabile se si vuole avere una buona salute delle ossa,dei tendini e dei muscoli)

6)Qual’è stata la gratificazione, a livello personale come donna, che meglio ricordi?

Oggi come donna se dovessi rifare tutto, lo rifarei, nel bene e nel male. Sicuramente presterei più attenzione a come agire e a chi affidarmi.Ho come soddisfazione quella di aver intrapreso un percorso di trasformazione poi diventato passione e stile di vita, specializzandomi e facendolo diventare il mio lavoro . Il mio progetto piano piano si sta realizzando.  È, infatti,  prevista l’apertura del mio Centro Personal Training a breve. Ho voluto creare una struttura che mi permetta di lavorare al 100% delle mie possibilità con attrezzatura di altissimo livello. Il mio progetto è quello di raggiungere, insieme a chi mi sceglierà, l’obiettivo che egli stesso desidera raggiungere. Per farlo ho mirato alla qualità del tempo impiegato e non alla quantità di tempo perso.

7)Gare ne farò eccome ma non di bodybuilding

Sono appassionata di performance atletiche e del culturismo fisico in tutte le sue forme. Adoro scolpire il mio corpo ma non per mostrarlo su un palco che non è degno. Il mondo delle Competizioni di bodybuilding è lercio. Come tutte le altre competizioni che dietro nascondono falsità ed oscurità.

Ci sarà sempre chi è lì per raccomandazione, chi si aiuterà con sostanze dopanti, chi è geneticamente portato e li puoi fare ben poco. Mi piacciono le competizione e mi ritengo una persona molto competitiva ma deve essere una SANA COMPETIZIONE e ne deve valere la pena. Ora sono concentrata sull’apertura del mio centro e sull’affermazione di me non solo come “bodybuilder” (che già non è poco) ma vorrei si accumunasse al mio nome uno spettro più ampio. Io sono CULTRICE DEL BENESSERE E DELLA BELLEZZA FISICA.

Altri articoli

Pulsante per tornare all'inizio