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San Severo: MARINO – Proviamo a parlare seriamente di immigrazione

Il problema dell’immigrazione e dell’integrazione non può e non deve essere motivo di ulteriore divisione fra le forze politiche e fra maggioranza ed opposizione cittadina. Su questa questione necessità una riflessione più approfondita a San Severo, nella Capitanata e anche alla Regione..

La Capitanata è diventata terra di di migranti, perché i nostri agricoltori per cercare a stare sul mercato hanno fatto ricorso a manodopera a basso prezzo e gli “avvoltoi caporali” si sono catapultati in questo business.

Gli immigrati, nel nord del Tavoliere, si sono concentrati nel cosiddetto “Ghetto di Rignano” in agro di San Severo: circa 2.000 persone ammassate come e peggio degli animali in condizioni igieniche disastrose; terreno più che fertile per la nascita, la crescita e lo sviluppo di tutte le illegalità possibili ed immaginabili. Questione questa che molti consiglieri comunali manco conoscono.

La Regione Puglia, in questa legislatura,  ha affrontato il problema solo dal punto di vista “Ordine Pubblico” procedendo allo smantellamento del ghetto senza preoccuparsi minimamente di risolvere il problema alle radici ed ecco che a pochissima distanza di tempo esso si ripresenta: oggi al ghetto vi sono nuovamente circa 800 persone (e siamo ancora alla fine di marzo…); a nulla servono gli atti di forza e gli editti!

L’integrazione è la vera ed unica soluzione possibile, la strada da percorrere. Su questa strada sarebbe utile un bando regionale che dia la possibilità agli agricoltori di ristrutturare e quindi riadattare alle nuove esigenze  i casolari di campagna e le masserie dismesse di quelle aziende che assumono manodopera agricola e che possano offrirle come dimora ai lavoratori da essi impiegati; Sarebbe giusto poi che sotto l’egida della Regione e con l’aiuto della Provincia si dia vita ad un marchio a denominazione di origine garantita con caratteristiche di eticità e che, sempre con il loro ausilio e coinvolgendo le organizzazioni datoriali, si dia vita ad un accordo con la grande distribuzione per la commercializzazione di tali prodotti e che il risparmio ottenuto con l’accorciamento della filiera venga utilizzato al 90% per meglio remunerare i produttori ed al 10% per diminuire i prezzi di acquisto da parte dei grandi distributori; si creerebbero le condizioni affinchè:

1) I lavoratori siano pagati il giusto, secondo il C.C.N.L.: IL LAVORO NON HA COLORE, A PARITA’ DI LAVORO E DI FATICA PARITA’ DI REMUNERAZIONE;

2) Si risolva il problema di ordine pubblico cui si è accennato;

3) Il commercio sia maggiormente legato al territorio e contribuisca alla crescita ed allo sviluppo dello stesso.

Il tutto con buona pace di chi oggi per collocare 1.200 migranti spende circa € 20 milioni di euro 1/3 per ogni sito cui sono destinati 400 persone: San Severo, Apricena e Cerignola) con il rischio, molto concreto, di creare nuovi “ghetti” (San Severo ed Apricena distano solo 9 km.). Infine, voglio dire che comunque il grido d’allarme sul l’arrivo di 400 migranti é falso almeno nei numeri 310 già sono presenti 140 circa ospiti della struttura l’Arena già dell’estate scorsa, 170 sono ospitati nelle tende già da  agosto scorso,  presso l’azienda regionale Fortore, dove  oggi si vogliono costruire moduli prefabbricati per 400unita con un aumento di ulteriori 90 migranti. Secondo me, anche se questi luoghi da costruire sono a tempo determinato,  devono avere una gestione in cui entra anche il comune, oneri e onori. Ma proprio perché questa soluzione é provvisoria, l’amministrazione comunale intervenga facendo avviare alla Regione una politica sugli immigrati in modo diverso, non possiamo creare foresterie così grandi solo in alcuni comuni, aiutiamo la Regione a cambiare verso, questa politica crea problemi e non ha un imbatto positivo sul l’integrazione.=

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