San Severo: Per una politica del progresso economico, ambientale e sociale serve la partecipazione consapevole dei cittadini.

Siamo forze politiche radicate nel campo dell’ambientalismo, della giustizia sociale e della tutela del lavoro. Ci impegniamo per costruire un modello di sviluppo sostenibile.
Stiamo vivendo una stagione politica di grande decadenza. La nostra città che nel corso dell’ultimo cinquantennio è stata il centro di reti istituzionali, economiche, sociali e culturali che ne hanno delineato un ruolo di capoluogo territoriale del Nord della Puglia è in declino. La classe dirigente della nostra città in senso largo ha intrecciato negli ultimi decenni il suo ruolo in maniera stretta con il governo provinciale e regionale sia nelle funzioni di governo che di controllo e questo ha consentito una crescita civile importante. Oggi non è più così. La nostra realtà vive in solitudine un calo demografico determinato da una ondata senza precedenti di emigrazione delle forze più giovani e istruite, un declino trasformistico della vita politica interrotta solo dalla caparbietà resiliente del suo tessuto civile alimentato dalla presenza solida del mondo delle associazioni e del volontariato.
E’ tempo di scendere dall’autobus delle polemiche circoscritte di una classe politica inconcludente e del tutto inadeguata e iniziare a ragionare in maniera collettiva come comunità pensante, sul futuro. Cosa serve a San Severo? Cosa possiamo fare per delineare una prospettiva di crescita per i prossimi decenni? La Politica si deve occupare di questo e cercare risposte a queste domande di fondo altrimenti perderà la sua capacità di attrazione e continuerà ad assuefarsi ed assecondare il decadimento.
La situazione politico-amministrativa
Il ciclo politico amministrativo delle giunte guidate da Miglio volge al termine trascinando con sé una frantumazione politica senza opzioni di fondo e senza una visione di futuro della città. Questa esperienza nata dalla crisi dei vecchi assetti di centro-destra e centro-sinistra si è sviluppata quasi in simbiosi con il trasformismo politico della giunta Emiliano alla regione alimentato dalla spasmodica ricerca della discontinuità con il decennio della primavera pugliese guidata da Vendola volta più ad eliminare le tracce del nuovo corso sostituito da un pragmatismo senza valori ai limiti della decenza, da ultimo la nomina di Palese, ex capo del centro destra pugliese, come assessore alla Sanità.
E cosi a San Severo nel suo piccolo Il trasformismo politico è diventato di moda, quelli che dovevano aprire le scatole di sardine si sono seduti al tavolo, la destra si confonde con la sinistra e poi ci sono gli uomini buoni per tutte le stagioni quelli che hanno fatto i sindaci, assessori, consiglieri e stanno sempre lì seduti su una poltrona; infine ci sono gli uomini ombra, i mammasantissima, quelli che ufficialmente non appaiono più pubblicamente, anche per ragioni anagrafiche, ma continuano a tessere fila, a decidere sulla salute e sulle assunzioni della gente
La Legalità e l’economia
L’economia locale vive una tragedia. L’ innovazione del principale settore produttivo l’agroalimentare non è adeguatamente sostenuta. Non vi è sinergia tra le attività importanti svolte dal Gal con quanto pensato o promosso dall’Ente Locale. L’amministrazione non ha adottato nessuna strategia di sviluppo locale degna di questo nome e cosi soffrono i settori trainanti dell’agricoltura, del commercio e dell’artigianato. Le aree pip della città sono l’emblema del fallimento. A questo dobbiamo aggiungere che il settore dei servizi privati come il credito, un tempo fiore all’occhiello della città ha nei fatti chiuso i battenti senza alcuna alternativa neanche lontanamente ipotizzata dalla classe dirigente della città.
Di contro la crescita e la trasformazione imprenditoriale dell’ economia illegale e della criminalità organizzata, coinvolta da guerre sanguinarie che infangano il nome della città e minano la sicurezza dei cittadini, determina una diffusa presenza di capitali e attività illecite che soffocano il mercato e uccidono il futuro. La città non accetta la criminalità e la violenza, ha dimostrato sempre di stare dalla parte della giustizia e della legalità. Tuttavia, la presenza di centinaia di famiglie coinvolte a piene mani nell’economia illegale, dal circuito del traffico delle droghe, alle attività della devastazione dell’ambiente, a quelle delle attività di microcriminalità diffuse creano un livello di difficile sopportazione dei cittadini.
L’azione repressiva dello Stato è importante ma non sufficiente, occorre un piano straordinario di politiche sociali e di sostegno alle attività economiche sane. Le risorse per le politiche sociali in questo contesto sono sempre insufficienti.
San Severo è una città collocata in una posizione strategica sull’asse adriatico, tra i monti dauni e il promontorio del Gargano.
Ha grandi potenzialità legate alla sua condizione climatica, alla grande estensione territoriale, per lo più agricola (336 km2), alla sua attiva popolazione di 50.000 abitanti. E’ caratterizzata da un’alta densità abitativa (150 abitanti per km2) che, anche a causa di scellerate scelte urbanistiche, riduce gli spazi vitali e le aree all’uso collettivo.
Nell’ultimo decennio abbiamo avuto una progressiva emigrazione passando da 55.000 agli attuali 50.000, così distribuiti per fasce di età: 13,6% bambini e ragazzi (fino a 13 anni); 23,4 % adolescenti e giovani (fino a 34 anni); 20 % età media (fino a 49 anni); il 43% fascia da 50 anni in su. Infatti, San Severo è l’unico Comune della provincia di Foggia che rientra tra quelli marginali e il suo indice di vulnerabilità sociale è superiore alla media nazionale. Da aggiungere che a San Severo 2.453 cittadini usufruiscono del reddito di cittadinanza, rappresentando la percentuale più alta della Provincia e il 43% risulta con un reddito così basso da essere esente da imposte fiscali.
A San Severo Il tasso di imprenditorialità (n° di imprese ogni 1000 abitanti è pari a 99,4 imprese, poco al di sotto della media provinciale. Nell’anno in corso sono 119 le nuove imprese iscritte alla Camera di Commercio di Foggia; 84 sono già operative per il 46% nell’edilizia, per il 18% nel commercio ed il 12% nell’agricoltura.
Per queste ragioni il nostro Comune avrà un finanziamento di 890.226 euro da investire in tre anni nelle due linee di interventi stabiliti dal Governo:
a) adeguamento di immobili appartenenti al patrimonio disponibile del comune da concedere in comodato d’uso gratuito a persone fisiche o giuridiche, con bando pubblico, per l’apertura di attività commerciali, artigianali o professionali per un periodo di cinque anni dalla data risultante dalla dichiarazione di inizio attività;
b) concessione di contributi per l’avvio delle attività commerciali, artigianali e agricole attraverso un’unità operativa ubicata nei territori dei comuni, ovvero intraprendano nuove attività economiche; Questo intervento è del tutto insufficiente.
Il degrado della città
Nonostante un’intensa programmazione di investimenti pubblici (rigenerazione urbana, villa comunale, piazza IV Novembre; rotonda di piazza Incoronazione; strutture pubbliche: palazzina liberty, ex ONMI, ex macello, ex ufficio del lavoro; centro per anziani di via Fraccacreta. Edifici scolastici, municipio ecc.) lo scarto tra progetti, modalità di esecuzione e tempi accentua il degrado urbano. Cambiano i fornitori di servizi essenziali (emblematica la vicenda raccolta rifiuti) ma la città continua ad essere sporca e la cura del verde rimane avvolta dalla giungla delle erbe spontanee che non risparmiano le facciate dei palazzi storici della città. Le periferie non esistono più perché tutto è diventato periferia. Mentre siamo fermi ai semafori di via Padre Matteo D’Agnone da diversi anni prossimi alla loro eliminazione , in attesa del nuovo grande parcheggio sotterraneo di piazza Padre Pio che il movimento ambientalista della città bloccò nei decenni passati; i mostri ritornano in maniera inaspettata per incapacità ad affrontare i nodi della mobilità sostenibile della città.
Questo spopolamento da un lato e la densità di fatti criminali e atti di violenza dovrebbero indurre ad una seria riflessione la classe politica che governa la città o l’ha governata negli ultimi decenni; invece, si assiste ad una certa protervia e sicumera consolatoria, a tratti perfino aggressiva nei confronti di coloro i quali pongono domande e/o critiche. Manca un progetto di città, gli interventi pubblici appaiono scollegati ed episodici, la maggiore attenzione sembra essere rivolta a spendere finanziamenti o ad accendere mutui. Inoltre, c’è uno scarto notevole tra le premesse progettuali e le realizzazioni sia tempi che nei modi Così anche lo scarto tra i regolamenti approvati e la loro applicazione, per es. sugli spazi pubblici e sul verde urbano.
il centro storico, da anni subisce la perdita di ruolo della città quale centro commerciale, occorre rifunzionalizzarlo e recuperare le sue caratteristiche partendo anche dalla presenza delle numerose cantine, i suoi edifici caratteristici e della sua pavimentazione.
I problemi nodali rimangono ancora tutti aperti, le tante strutture pubbliche abbandonate: dalla gestione del verde, allo smaltimento dei rifiuti, i problemi della viabilità e l’inquinamento; un depuratore delle acque fognarie che emana miasmi in città, enormi ritardi nella realizzazione della cosiddetta fogna bianca pur in presenza di un finanziamento di 7 milioni di euro risalente ormai a oltre 5 anni fa. Prevale su molti aspetti un protagonismo insignificante alimentato da uno spirito di autosufficienza ai limiti dell’ arroganza.
Non vi sono tentativi di coinvolgimento della città e delle sue energie migliori persino in settori dove la città esprime ricchezze ed energie vitali, un esempio su tutto l’assenza di un progetto di politiche culturali adeguate e realmente al servizio della città.
Non viene affrontata in modo significativa la questione energetica in città mentre, contemporaneamente fioccano mega proposte di impianti fotovoltaici, agro-voltaici, parchi eolici che non tengono conto della naturale vocazione del territorio e del fatto che la provincia di Foggia sta dando un contributo per l’energia rinnovabile che la colloca al primo posto in Italia.
Su questi temi e partendo da una approfondita analisi, lanciamo un invito a cittadini liberi da condizionamenti, agli intellettuali, ai rappresentanti di associazioni e movimenti, per un confronto leale e produttivo teso al bene della collettività ed al benessere sociale.
Europa Verde
SINISTRA ITALIANA
SAN SEVERO