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San Severo: POLIZIOTTI SALVANO LA VITA AD UN ANZIANO SIGNORE COLTO DA MALORE.

Nel tardo pomeriggio di domenica 2 gennaio alle 18.30 circa, un uomo di 72 anni scendendo dalla propria autovettura, durante un posto di controllo di routine da parte della Polizia di Stato, è stato colto da malore.
Gennaro Camporeale, questo il nome del 72enne, dopo aver accusato forti fitte al petto, si accasciava privo di sensi.
Prontamente uno dei tre agenti in servizio, V.F. capo pattuglia dell’ equipaggio del reparto prevenzione crimine di San Severo, richiedeva l’intervento dei sanitari per il tramite del numero di emergenza 118. In attesa dell’arrivo dell’autoambulanza con il peggiorare delle condizioni di salute dell’anziano, l’agente operante, ipotizzando un attacco cardiaco, decideva di trasportarlo lui stesso al locale ospedale, il Masselli-Mascia. A bordo della Lancia Ypsilon di proprietà del signore, disteso il sedile lato passeggero del veicolo,  l’assistente capo adagiava l’uomo sullo stesso e mettendosi alla guida, lo conduceva al vicino pronto soccorso, scortato con la volante di servizio con a bordo i due colleghi P. A. e  D.D.
Allertati immediatamente i  sanitari, intervenuti  tempestivamente attivando le procedure del caso per stabilizzare il paziente, Gennaro veniva successivamente sottoposto ad intervento chirurgico.
Dopo un periodo riabilitativo, l’anziano signore ha trascorso giorni interi nel cercare di rintracciare i poliziotti in servizio quel due gennaio.
Dopo una ricerca assidua, finalmente rintracciati, li ha voluti ringraziare pubblicamente e di persona. Si è  recato in via Guareschi, dove ha sede il reparto prevenzione crimine, per stringere la mano al poliziotto che ha agito, senza indugio, salvandogli la vita.
Inoltre il signor Gennaro ha voluto scrivere una lettera indirizzata al Capo della Polizia di Stato, al Questore di Foggia e al Dirigente del reparto prevenzione crimine di San Severo per  evidenziare l’alto profilo professionale e umano degli agenti di Polizia di Stato.
Di seguito uno stralcio della sua lettera.
 “Durante il periodo riabilitativo,  chiacchierando con i dottori, più volte gli stessi, sorridendo, mi  dicevano che sono  un miracolato e che quel poliziotto è andato oltre il suo ruolo. Se oggi sono vivo lo devo a lui, a Vincenzo, che considero il mio angelo protettore. 
Sono stati minuti decisivi per la mia  vita e voglio evidenziare l’umiltà dell’agente operante che, a fine turno, è ritornato in ospedale per sincerarsi del mio stato di salute.  Tutto questo senza dirmi il suo nome e senza che io l’abbia mai conosciuto prima di quella sera. Mi ha abbracciato, il suo è stato un gesto affettuoso come quello di un padre verso il figlio. Chiudo questa lettera, chiedendo scusa per essermi dilungato nel raccontarvi la mia storia  a lieto fine.  Vi saluto tutti esprimendo il mio orgoglio per la Polizia di Stato, per la quale mi metto a  disposizione, come volontario, per qualsiasi iniziativa. A nome mio e di tuttala brava gente, vi ringrazio per esserci sempre”.

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