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San Severo: UNA MOSTRA PER GIANNI RODARI

In questi giorni sta suscitando molta curiosità in città l’allestimento (con 20 pannelli) di una mostra dedicata alle favole e filastrocche di GIANNI RODARI. Promotrice della mostra è la Fondazione “Luigi Allegato” – sita in Corso Leone Mucci n.22 – che ha inteso rendere omaggio alla figura e all’opera di RODARI per compensare quello che doveva accadere nel 2020 e che non è accaduto a causa della sopravvenuta pandemia. Nel 2020 dovevano tenersi in tutta l’Italia manifestazioni per GIANNI RODARI in quanto ricorrevano contemporaneamente tre suoi anniversari: il 100° dalla nascita, il 40° dalla morte e anche il 50° dalla attribuzione del Premio internazionale Andersen che è considerato una sorta di Nobel per la letteratura infantile. RODARI è nato ad Omegna nel 1920 ed è morto a Roma nel 1980. Ha dedicato tutta la sua vita ai ragazzi, scrivendo racconti, fiabe e poesie sulle cose di tutti i giorni. E’ stato considerato tra i più grandi scrittori per ragazzi del secolo scorso. Alcuni suoi libri sono stati tradotti in tutto il mondo. Le favole e le filastrocche di RODARI non sono amate soltanto da bambini e genitori sparsi in tutta l’Italia. Esse sono amate anche lontano e fuori dall’Italia e sono lette in tantissime lingue. Insieme a DANTE, MACHIAVELLI e GRAMSCI è tra i nostri scrittori più tradotti e più noti. Nel Novecento, oltre GRAMSCI, soltanto PIRANDELLO e UMBERTO ECO gli contendono il primato. RODARI piaceva a chi era bambino negli anni ‘50 e ‘60 ma piace ancora ai bambini di oggi. Ha saputo essere moderno appoggiando i piedi sulla classicità; per esempio ha scritto tantissime fiabe moderne, ma ha sempre difeso le fiabe popolari della tradizione affermando che in queste è contenuta l’identità della nazione. Le fiabe contengono il DNA della nostra cultura. GIANNI RODARI è notissimo agli insegnanti italiani per le sue Favole al telefono, per le filastrocche e per tanti altri libri. Meno nota è una sua opera che ci aiuta a capire meglio il suo pensiero come la “Grammatica della fantasia”. Con le sue surreali filastrocche non ha mai inteso la scuola come divertimento a scapito dell’istruzione, infatti tra le sue tematiche spicca proprio la scuola come luogo di apprendimento, in cui potersi riscattare culturalmente e socialmente in una realtà ancora deprivata come quella del dopoguerra. Tale messaggio è trasversale a tutta la sua produzione letteraria e di critica, nella quale egli non ha mai svalutato gli insegnamenti scolastici, tanto meno l’utilità della grammatica. Nel messaggio di RODARI non c’è nulla che porti a pensare alla scuola come a un “Paese dei Balocchi”, anzi lo spessore dell’autore conduce in altre direzioni più pedagogiche e poco inclini al ridere e al divertimento fine a se stesso. Un esempio? Una sua filastrocca degli anni ’60 che ancor oggi è di grande e tragica attualità: CI SONO COSE DA FARE OGNI GIORNO: LAVARSI, STUDIARE, GIOCARE, PREPARARE LA TAVOLA A MEZZOGIORNO. CI SONO COSE DA FARE DI NOTTE: CHIUDERE GLI OCCHI, DORMIRE, AVERE SOGNI DA SOGNARE, ORECCHIE PER NON SENTIRE.CI SONO COSE DA NON FARE MAI, NÉ DI GIORNO NÉ DI NOTTE, NÉ PER MARE, NÉ PER TERRA: PER ESEMPIO LA GUERRA.

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