SANNICANDRO GARGANICO: FIERA D’OTTOBRE 2016 E IGIENE AL TAGLIO DI RASOIO
di: Gino Carnevale
“Silvia, rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale, quando beltà splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, e tu, lieta e pensosa, il limitare di gioventù salivi??” ……………..e per concludere aggiungo l’ultimo verso: “anche peria tra poco la speranza mia dolce: agli anni miei anche negarono i fati la giovinezza. Ahi come, come passata sei, cara compagna dell’età mia nova, mia lacrimata speme! Questo è quel mondo? Questi i diletti, l’amor, l’opre, gli eventi onde cotanto ragionammo insieme? Questa la sorte dell’umana genti? All’apparir del vero tu, misera, cadesti: e con la mano la fredda morte ed una tomba ignuda mostravi di lontano”.
Mi imbatto in argomenti che spaziano dalla nostra economia alla nostra vita sociale in un paese garganico foggiano pugliese tra i più belli e i più ricchi alle porte di un territorio che di ricchezza ne ha davvero tanto. Sannicandro Garganico è definita la porta del Gargano, il paese più grande e più imponente del territorio dove la storia scrive interi testi su un popolo combattente e fiero delle sue radici di agricoltori, allevatori e pescatori. Che bello pensare ai lontani anni ’90 quando questo paesello di 19000 abitanti pullulava di ricchezza e dove si conobbero realtà concrete tangibili su uno sviluppo culturale e sociale.
Questi gli argomenti che si fanno tra la gente incredula nel vedere crepe in ogni dove! Eppure succede per davvero. Silvia, ossia il nostro paesello sta morendo, o è morto per davvero? Non si trovano più i termini e i verbi per commentare ciò che succede in questo paese. Vorremmo trovare argomenti belli da trattare e poter pubblicare sui giornali e sui nostri blog per dimostrare che anche noi ci siamo, che anche Sannicandro Garganico vive ed è gestita al meglio, ma aimè solo utopie, sogni, ipotesi di miglioramento, booo, non saprei più che dire. Si sa, non è un segreto, questo paese ha conosciuto il meglio negli anni novanta grazie ad un susseguirsi di amministrazioni attente e preparate di centro destra con uomini capaci e diretti da chi si era prefissato di raggiungere degli obiettivi e di rispettare un programma elettorale. La Fiera del Gargano di ottobre degli anni ’90 segnò la rivincita e l’apertura al mondo dell’economia e dell’organizzazione amministrativa comunale con un pool di uomini dinamici e attenti. Fiera di Ottobre, Eventi culturali di livello, Concerti per la festa patronale di livello internazionale, attenzione massima alla sicurezza del cittadino e all’operato dei dipendenti pubblici, attenzione agli agricoltori, ai pastori e ai loro animali, attenzione alle strade extraurbane e rurali, attenzione e rispetto del patrimonio comunale. Oggi, alla fine del 2016 ci si ritrova poveri in tutto, poveri in economia, in organizzazione, in cultura, in presenze di turisti e in presenza di cittadini attivi sul territorio. La Fiera di Ottobre 2016 è la dimostrazione del totale abbandono. Il mercato si fa il venerdi e le donne ringraziano, ma ciò che oggi manca per il paese è la ripresa, la spinta. Quattro tende messe in piedi e un mercato del venerdi privo dei bagni chimici è una immagine brutta per il nostro paese. Impensabile che gli operatori del settore dovranno affollare gli esercizi pubblici per andare in bagno o magari come spesso accade dovranno urinare e defecare agli angoli delle nostre case dietro i loro furgoni. Caduta di stile e di tutto. Le autorità competenti dovranno urgentemente prendere decisioni per bloccare un simile stato di igiene da terzo mondo. La nostra salute deve essere tutelata in tutto. L’accoglienza per chi paga un posteggio al “mercato” deve essere assicurata. Una “Fiera” del dimenticatoio che non può restare nei bassifondi organizzativi merita attenzione e rettifiche in tutto. Un’amministrazione deve essere garante dell’igiene e del servizio pubblico assicurando tutto ciò che la legge dice. Peccato! Abbiamo assicurato la pecora al lupo! Tutto da rifare….” All’apparir del vero tu, misera, cadesti: e con la mano la fredda morte ed una tomba ignuda mostravi di lontano”.