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SEDICI BRACCIANTI AGRICOLI MORTI IN 48 ORE IN DUE INCIDENTI SULLE STRADE DI CAPITANATA: FERMARE A TUTTI I COSTI QUESTA CARNEFICINA!

Una società civile non può più assistere ad una autentica carneficina che grida vendetta davanti agli uomini e davanti a DIO: ben SEDICI MORTI in due incidenti stradali in quarantotto ore, il primo vicino Foggia ed il secondo sulla SS 16 all’altezza del bivio di Ripalta. Nel primo incidente in un furgone con a bordo numerosi braccianti stranieri hanno trovato la morte quattro di questi poveracci che vengono assoldati per quattro soldi e mandati a morire in un modo ignobile da aguzzini traveestiti da ‘benefattori dell’umanità’. Nel secondo incidente di poche ore fa, avvenuto sulla SS 16 San Severo-Termoli, i morti, nello stesso orrendo modo, sono DODICI braccianti di origine africana che viaggiavano su un furgone con targa bulgara. 

         A questo punto riteniamo che tale crimine sociale vada arginato a tutti i costi, controllando a tutto spiano alle prime luci dell’alba le strade di Capitanata lungo le quali si muovono furgoni sgangherati, spesso privi di assicurazione e/o di revisione, guidati da CAPORALI di varie nazionalità (tantissime volte italiana!) senza scrupoli che vanno intercettati ed assicurati alla giustizia per pagare il fio della riduzione in schiavitù di esseri umani, un reato gravissimo che dovrebbe sistematicamente comportare pene di numerosi anni di carcere. E ogni volta che è possibile vanno identificati e perseguiti anche certi imprenditori agricoli — quasi totalmente di nazionalità italiana — che ‘telecomandano’ la turpe genía dei CAPORALI e sfruttano maree di poveracci pagandoli a un paio di euro all’ora per interminabili giornate lavorative dall’alba al tramonto. Vengano impartite dunque severissime direttive alle nostre Forze dell’Ordine dai livelli superiori di Capitanata al fine di rendere impossibile la vita a questi loschi figuri che sciamano per le nostre contrade a caccia di…carne da macello per i loro luridi affari. Non è possibile che soggetti del genere continuino a circolare per la nostra terra, senza che controlli asfissianti li costringano al carcere e poi all’espulsione dall’Italia con l’obbligo di non farvi mai più ritorno. Non si può più morire sulle nostre strade per un tozzo di pane troppo spesso sporco di sangue e di sofferenze inenarrabili. Va da sè che non sarebbe male che tutti collaborassimo a segnalare alle Forze dell’Ordine persone e situazioni del mondo agricolo dauno oltre i limiti della legalità, al fine di stroncare loschi traffici del genere appena descritto. Soprattutto potrebbero collaborare in tal senso quanti lavorano a qualunque titolo nelle nostre campagne e conoscono uomini e situazioni fuorilgge. 

             L A   R E D A Z I O N E

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