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Si anima il dibattito: “Autonomia Regionale Differenziata: un danno o un’opportunita’ per le regioni del Sud?” Le rifelssioni di Fabio di Capua.

Il dibattito sull’Autonomia regionale differenziata o decreto Calderoli, tiene alto il livello didibattito nelle città. Ci sono tanti sindaci dei comuni del Mezzogiorno che hanno scritto al Presidente della Repubblica per evitare che si crei un’ulteriore forbice tra le regioni delo Nord e quelle del Sud. Nel dibattito è intervenuto anche Fabio di Capua, già deputato della Repubblica, nella XII e XIII legislatura, presidente di Idea Liberale, associazione politico-culturale di San Severo. “Nel Mezzogiorno si sostiene con forza che il provvedimento aggraverebbe l’attuale gap Nord-Sud nell’organizzazione dei servizi e nell’erogazione delle prestazioni in vari campi; contro tale provvedimento si stanno mobilitando partiti di opposizione all’attuale maggioranza, enti locali, sindacati e alcune regioni meridionali con diverse modalità, dal confronto civile all’ipotesi di ‘barricate’ del Presidente della Regione Campania, De Luca. Giova ricordare, che tale provvedimento è stato redatto sulla base di quanto introdotto nella Costituzione, con la revisione del Titolo V, proprio dal centro-sinistra e che l’Emilia-Romagna, governata da Bonaccini è stata tra le prime regioni ad avviare il confronto con il governo per l’attuazione di un’autonomia differenziata. Farne, ora, oggetto di un serrato confronto politico è comprensibile e, probabilmente, anche utile; considerare il Disegno di Legge una catastrofe per il Paese e soprattutto per il Sud, sembra eccessivo e strumentale, peccando tra l’altro di una superficialità nella lettura del dispositivo”. Il presidente di Idea Liberale entra nel merito: “Nel testo viene ribadita, l’indivisibilità del Paese, la pari dignità dei cittadini nella fruizione di servizi e prestazioni e la lotta alle diseguaglianze territoriali. Saranno definiti per ogni settore d’intervento i Livelli essenziali di prestazione (Lep) da garantire a tutti i cittadini; il percorso che ogni regione dovrà, se vorrà, compiere si articolerà in tappe successive sul cui merito dovranno pronunciarsi Organismi a tal fine istituiti nonché le Camere; verrà preservato il Fondo perequativo tra regioni, escludendo qualsiasi ipotesi di ridimensionamento delle risorse loro assegnate e viene conservato il ruolo di controllo e di esercizio di poteri sostitutivi da parte del governo centrale in caso di necessità. Il Disegno di Legge, nel corso dell’iter parlamentare, sarà sicuramente oggetto di un confronto che potrebbe migliorarne il testo, realizzando il necessario equilibrio tra un più incisivo e dinamico decentramento amministrativo e la garanzia di assicurare ai cittadini di tutte le regioni prestazioni possibilmente omogenee”. Fabio di Capua entra nel merito, precisando che va sottratto il tema dal terreno della disputa politica: “Il Sud può e deve pretendere dallo Stato di essere dotato di tutti gli strumenti infrastrutturali ed operativi necessari per una crescita produttiva, occupazionale ed economica. Ma, poi, deve assumersi le proprie responsabilità, dotarsi delle adeguate competenze, avvalersi di una classe politica illuminata e lungimirante, cancellando definitivamente vecchie pratiche clientelari e restituendo dignità e sovranità ai cittadini. Essere artefici del proprio futuro, valorizzare le positive esperienze che in tanti campi il Sud ha maturato, stimolare nei giovani la voglia di realizzarsi, magari nel proprio territorio”. Le conclusioni del’ex parlamentare sanseverese: “Quello che non possiamo più fare è il perenne piangerci addosso, il presentarci con il cappello in mano a pietire sussidi e comprensione. È d’obbligo uno scatto d’orgoglio! È giusto pretendere gli strumenti per operare; poi è doveroso usarli”.

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