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Si salvi chi può

 Le ultimissime inchieste de La Gazzetta di San Severo da sempre impegnata nella salvaguardia dei diritti ma anche dei doveri dei concittadini, evidenziano uno stato di crescente frustrazione e malcontento. Basta un click per trovarsi in home page la sfilza di invettive e critiche verso amministrazione e città sempre più violenta, ma in realtà anche più sporca. Quindi chiederei ad alcuni di questi ma che ci rimanete a fare? Mi risponderebbero il lavoro,la famiglia…il problema di fondo è continuare a parlare senza per altro riuscire a cambiare. Cioè puntare il dito quando sotto sotto s’impersonifica totalmente il prototipo del sanseverese doc (nell’accezione più negativa chiaro).Ne ho visto tanti denigrare questa città, giurare di non tornare più ,e poi come in un gregge ritornare come pecoroni all’ ovile, col posticino fresco di raccomandazione. Ma anche questa è storica vecchia. Il senso delle inchieste deve avere ragione fondata, deve basarsi su qualcosa di concreto, non essere il frutto di battaglie politiche che poi svaniscono come bolle di sapone se otteniamo ciò per cui tanto ci siamo battuti contro. E gli stessi che parlano di violenze, criminalità ,furti e malamministrazione, non sanno o non sono consapevoli, che è nell’ humus il mal costume di cui fanno parte nella giungla sociale. Magari sono i primi che hanno l’amante,ma domenica e ricorrenze si fanno vedere in chiesa con la moglie, o che fregano nella fila delle poste, che non si fermano sulle strisce pedonali, che partecipano alle aste giudiziarie del parente arricchendosi di immobili, che non lasciano passare prima una donna, che hanno ottenuto voti perché figli di, che sguazzano nella più orrenda delle onnipotenza, che non azzeccano mai una parola in italiano figuriamoci un congiuntivo, che non pagano il parcheggio mettendo gli stop di fermata, che non partecipano mai agli eventi culturali, tranne se rivestono ruoli politici, gli stessi che disseminano immondizia in città, sputando noci e sigarette per strada, che fanno risse nelle riunioni condominiali e fanno sempre finta di. Agli stessi proporrei un esamino di coscienza, prima di farsi grandi in battaglie ed inchieste, che dovrebbero avere ben altro spessore. Agli stessi direi di riordinare prima gli affari personali, migliorando più dentro che coi vestiti di note boutique. Agli stessi che quando si incontrano per strada scelgono, per reddito a chi offrire il caffè, proporrei una seria e approfondita analisi sociale, economica e culturale di una città, per progettare se sono capaci una ideale in cui tutti vengano coinvolti, i ragazzi sradicati dalla strada, costruendo concrete opportunità di vita, dovrebbero avere anche i sanseveresi che si sentono oppressi dall’ ignoranza,opponendosi con il buon senso e l’onestà allo sfondo delinquenziale e decisamente pericoloso della nostra città. Ma probabilmente anche queste sono parole campate in aria. È la nostra terra a non essere fertile, nulla attecchisce,nulla si produce.

Elisabetta Leone

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