SINDACI-OSTAGGIO SINDACI NEI BUNKER CITTADINI ESULI IN PATRIA
di MICHELE MONACO, GIA’ ASSESSORE COMUNALE P.I.-CULTURA -LEGALITÀ E COLLABORATORE DE “LA GAZZETTA DI SAN SEVERO”
Fanno riflettere le dichiarazioni di alcuni Sindaci riguardo alle personali esperienze consumate nei loro territori perchè possono essere una utile chiave di lettura per capire le dinamiche di un ruolo complesso e delicato come quello di PRIMO CITTADINO. Chi segue questa RUBRICA-INCHIESTA potrà fare mente locale e verificare se, quanto sta per leggere, possa avere una qualche affinità con i PRIMI CITTADINI che hanno governato e governano la nostra città. È interessante il caso di ROBERTO BALZANI (professore ordinario di Storia Contemporanea presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali, Università degli studi di Bologna), ex Sindaco del Comune di Forlì. BALZANI ha rinunciato a candidarsi per un secondo mandato e ha spiegato la sua decisione in un libro intitolato “Cinque anni di solitudine-Memorie inutili di un Sindaco”. Memorie tutt’altro che inutili e che meritano di essere meditate dai suoi colleghi Sindaci vecchi e nuovi. Riflessioni che possono servire a capire come il ciclo ventennale cominciato con LA STAGIONE DELL’ELEZIONE DIRETTA DEI SINDACI ABBIA ESAURITO LA SUA INIZIALE SPINTA PROPULSIVA. L’ex Sindaco denuncia, tra i motivi che l’hanno convinto a non ricandidarsi, L’IMMOBILISMO ISTITUZIONALE DOVUTO ALLE MACRO E MICRO-RIVENDICAZIONI DELLA SUA MAGGIORANZA. A tutto ciò si aggiungono le dichiarazioni dell’ex Sindaco del Comune di La Spezia, GIORGIO PAGANO, il quale sostiene che …”la nuova figura del Sindaco uscìta dalla riforma elettorale del ’93 come il perno di ogni intervento riformista, è usata in gran parte per essere “L’ UOMO SOLO AL COMANDO” CHIUSO IN UN BUNKER CON IL SUO “CERCHIO MAGICO” di fedelissimi in modo da bloccare ogni possibilità di ricambio che attingesse nuove energie dal territorio”. Nel primo e nel secondo caso le conseguenze sono di una FRATTURA INSANABILE TRA L’ISTITUZIONE MUNICIPALE E I CITTADINI, molti dei quali vivono in una condizione di “emarginazione sociale”.
Si apre così un duplice problema: LA SOLITUDINE dei Sindaci-ostaggio, oppure di quelli soli al comando nei loro bunker, e la SOLITUDINE dei cittadini rassegnati al fatto che anche il baluardo della Municipalità non è più un punto di riferimento. Planando su SAN SEVERO e riflettendo su avvenimenti e personaggi vecchi e nuovi della politica e delle Istituzioni nostrane, viene da chiedersi a che punto è giunta la SOLITUDINE DEI SANSEVERESI. Basterebbe ricordare le elezioni del 31 maggio scorso dove si è verificato un astensionismo così devastante da riportare una percentuale di votanti tra le più basse d’Italia. Se qualcuno l’avesse dimenticato – o rimosso del tutto – tenga presente che A SAN SEVERO HANNO VOTATO SOLO 18.588 ELETTORI SU 45.918 aventi diritto. Molti nostri concittadini, oltre ad essere delusi e insoddisfatti, VIVONO DA “ESULI” NEL LORO STESSO PAESE. Lo guardano con distacco. Anzi, non lo guardano nemmeno. Insomma si sono creati un mondo parallelo nella loro stessa comunità. Fanno quasi tutto da soli. Nessuno che li rappresenti, nessuno di cui fidarsi. Così la passione per la cosa pubblica inevitabilmente si spegne e cresce l’ASTENSIONISMO come scelta residuale. Fino a diventare degli ESTRANEI, degli ESULI IN PATRIA, il cui sogno di “tornare” viene reso giorno per giorno sempre più irrealizzabile.