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TRICARICO: “ECCO PERCHE’ MIGLIO DOVREBBE DIMETTERSI”

UNA FRATTURA INSANABILE CON LA CITTA’

“Egregio Direttore, caro Desio,

ringraziando per la consueta ospitalità della Gazzetta, sento il bisogno di fare qualche considerazione sul difficile clima di questi giorni. Non da politico ma da cittadino, da osservatore, panniche non credo sia giusto dismettere solo perché ho decisodi scendere in campo e misurarmi con la risoluzione dei problemi. Anzi.

Penso spesso alla nostra città e la parola che mi rimbalza sempre piùnella testa ultimamente è “agonia”. Sembra si sia rotto il legame del nostro corpo sociale e tutto si stia materializzando in ungrande spettacolo di decadenza progressiva.

Agonia dovuta all’assenza di una seria classe dirigente, politica e non. Agonia dovuta adalcuni rappresentanti del mondo culturale,spesso chiusi in se stessi. Agonia di un mondo economico,strangolato dalla criminalità eche fatica, per varie ragioni, ad affrontareun mercato non più disposto a fare sconti.

E poi, ci sono loro.Icittadini comuni. In gran parte immersi nella drammaticità dei loro problemienella più desolante delle solitudini; divisi come tante isole ma che, in una certa misura e nonostante tutto, non si arrendono, continuano con fatica a combattere.

Tutta questa complessità non è governata dalla politicalocale.

Negli ultimi tempi i “colpi di tosse sono diventati uragani”, soprattutto sui social.Si sono apertipericolosi spazi al qualunquismo da stadio che ci nutre di immagini spesso distorte della realtà, con un effluvio di semplificazioni su cose che necessitano invece di un grande approfondimento. Fenomeno comprensibile ma segno inequivocabile di una politica incapace di esercitare le sue prerogative.

In tal senso, è chiaro che oggi,anche il ruolo di un Sindacodeve necessariamente declinarsi in modo diverso. Ci sono dinamiche nuove che hanno cambiato questo “ingrato mestiere”. Chiunque aspiri, o sia lì seduto, non può permettersi il lusso di GALLEGGIARE, DORMIRE O PROMUOVERE IL NULLA.

In quest’ultimo anno e mezzo, abbiamo conosciuto bene l’avvocatoFrancesco Miglio.

Potrei stilare un trattato delle dimensioni del Convivio dantesco per descrivere le assurdità e i disastri della sua Amministrazione, ma quello che m’interessa focalizzare in questa lettera è quella DISTANZA PROFONDA, quellaFRATTURAinsanabile direi, tra il Sindacoe la comunità dei cittadini.

Un Direttore d’orchestra che interpreta male lo spartito e che consente a tutti gli strumentisti di suonare a vanvera. Con l’aggravante di essersi messo i“tappi nelle orecchie”per evitare di fare i conti con l’evidente inadeguatezza del suo operato.

Miglio è in crisi. Lo è dal primo giorno di mandato. Stato che si è poi tradotto plasticamente nella crisi politica che si protrae oramai da metà dicembre; ma il vero problema è un altro, LA VERA CRISI STA NEL FATTO CHE MIGLIO NON RIESCE PIÙ A COMUNICARE CON LA CITTÀ.

Ora, caro Desio, potrebbe sorgere spontanea una domanda: Miglio dovrebbe dimettersi?

Io credo di si. Ma non tantoper i pasticci della sua Amministrazione, quanto per questa frattura. La nostra San Severo vive un momento drammatico in cui è necessario essere “ispirati” da chi governa. L’avvocato, più che ispirare, spende molto tempo a DISTRIBUIRE QUERELE e attendere immobile l’evolversi degli eventi.Sembra non essereconscio della sua responsabilità sociale.

In questo momento, per molti, viene certamente facile strumentalizzare sul piano politico la questione sicurezza, l’omicidio Carafa, per attaccare chi è già abbondantemente sfiduciato dalla gente, ma io non lo faccio, cercherò di non infierire. Conosco la complessità del problema, divido la torta delle responsabilità in modo equo, con fette che vanno distribuite un po’ a tutti.

Venendo ad una delle“fette di Miglio”, posto in essere che la sicurezza, la promozione della legalità, la lotta alla criminalità hanno come principi derivativi la coesione sociale, la partecipazione, la cura materiale e immateriale di una città, l’altra sera con i miei amici mi sono posto una domanda“sciocchina”: come fa Miglio a parlare di civismo e rispetto delle regole non essendo in grado di garantire neanche la puliziadi un’aiuola? Come può educare i cittadini al rispetto delle regole se non è in grado di garantire un minimo decoro urbano di sua stretta, strettissima competenza?Figuriamoci il resto.

Se “Dio è nei dettagli” diceva Van DerRohe, perfino nella mancanza di segnaletica stradale, io ci vedo tutto il fallimento di un Sindaco. Miglio dovrebbe prenderne coscienza.

Dimettersi potrebbe essere il gesto più CIVICO, NOBILE ed EDUCATIVO che possa fare. Una forma di rispetto per quella comunità di cittadini che, nonostante tutto, continua a combattere e a non arrendersi.

L’unica possibilità per l’avvocato di “uscire di scena”,con l’onore delle armi e senza troppi fischi.”

NAZARIO TRICARICO

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