Comunicati

Troppe astrusità ruotano intorno all’azienda Bioecoagrim di Lucera.

L’ultima è del 27 giugno scorso: la visita di “cortesia” dell’ARPA Puglia. «Guarda un po’ – esplode Dario Montagano – proprio il giorno dopo l’ennesima visita ispettiva da parte dei Carabinieri del NOE e della DDA di Bari che, tuttavia, nulla hanno eccepito sulla gestione dell’azienda!».
Un “blitz”, quello dell’ARPA, «scattato come un orologio svizzero – continua l’imprenditore – una coincidenza plateale, se si considera che il Commissario regionale per l’Agenzia Rifiuti della Regione Puglia, il dott. Gianfranco Grandaliano, si stava interessando a pretendere, presso gli uffici della Provincia, un’ ordinanza di sospensione alla manutenzione ordinaria programmata dalla Bioecoagrim dal 1º luglio all’8 settembre; ordinanza che avrebbe consentito, ai comuni pugliesi, di conferire la frazione organica presso l’impianto di Lucera; i comuni saranno costretti, invece, a conferire i rifiuti organici fuori regione, con aggravio di costi per la spesa pubblica e per i cittadini pugliesi, perché la Provincia (come volevasi dimostrare!) ha dato parere negativo alla sospensione della manutenzione programmata, motivandola con un diniego scaturito stranamente dalla puntuale e tempestiva “diffida” intimata dall’ARPA all’azienda (guarda caso!) il giorno 27 giugno!».
Una “diffida” che poggia su argomentazioni capziose, pretestuose e precostituite dettate dall’ARPA, ma che è stata prontamente impugnata dai tecnici dell’azienda di compostaggio con spiegazioni inconfutabili, serie e documentate.
Dario Montagano, a tal proposito ha firmato un mandato di denuncia, da inviare alla Procura della Repubblica e per conoscenza al Prefetto di Foggia per l’ennesimo, increscioso episodio di vessazione da parte degli Enti preposti sopra richiamati.
«La Procura – spiega Montagano – dovrà indagare altresì sulle motivazioni che hanno indotto il Sindaco di Lucera, nell’anno 2014 a “instradare” la Provincia nella decisione di far morire il progetto presentato dalla Bioecoagrim per la conversione dell’impianto anaerobico, già allora in dirittura d’arrivo; l’azienda, infatti, aveva già conseguito dall’Ente parere favorevole con delibera n. 201 del 13.06.2014, guarda caso qualche giorno prima della nomina a Sindaco e alla successiva nomina di Delegato provinciale all’Ambiente di Antonio Tutolo. Il quale la spuntava, in quell’occasione, con la promessa (pura UTOPIA) di accelerare il rilascio dell’AIA al vecchio impianto per approvare subito la riconversione, promessa rinnovata anche in Piazza Duomo davanti ai suoi cittadini. Ma – continua Montagano – durante la Conferenza di Servizi definitiva del 17 gennaio 2017, mentre tutti gli altri componenti della Commissione esprimevano parere positivo, Tutolo, a sorpresa, scatenando lo sdegno e la disapprovazione dei presenti, esprimeva nuovamente parere negativo, motivando il diniego con un documento da lui contraffatto a mano anche nella data di emissione. Ad oggi l’AIA sul vecchio impianto non è ancora arrivato. A distanza di oltre sette mesi dalla conclusione dell’Iter Autorizzativo, la Provincia continua a richiedere documenti su documenti, plichi su plichi da far visionare al tecnico esterno (pagato dalla comunità), azzerando maliziosamente il meticoloso lavoro svolto, da ben tre anni, dai tecnici e componenti la Conferenza di Servizi per rinviare all’inverosimile le autorizzazioni AIA che darebbero diritto alla Bioecoagrim di ripresentare la richiesta di conversione dell’impianto in anaerobico ed eliminare, definitamente, le “puzze” anche all’interno dell’azienda di compostaggio».
«Assurdità enormi, insomma!». È così che Dario Montagno definisce tutto quello che l’azienda ha subito dalla sua nascita e a cui è ancora sottoposta. «Dirò questo ed altro al Procuratore della Repubblica e al Prefetto di Foggia, massimo organo rappresentativo territoriale, per i provvedimenti del caso. Questi “signori” devono spiegare al Prefetto le ragioni, quelle “vere, certe e plausibili” dell’insistenza a non voler eliminare la puzza che si sente nell’impianto di Lucera e che, a loro dire, ricade in tutta l’Italia e le Isole.
«La Procura deve prendersi la briga di acquisire i documenti dell’intera vicenda – commenta l’imprenditore – e lo farà di buon grado, dopo la mia denuncia dettagliata e corposa».
Una lotta in difesa dei diritti di un’azienda e dei suoi lavoratori, quella di Dario Montagano, contrassegnata da anni di controlli discriminatori! Siamo stanchi di queste impunità – conclude –; chi ha sbagliato o continua a sbagliare deve pagare. “Il caso” Bioecoagrim dovrà pur avere un epilogo prima o poi! Staremo a vedere, ma non lo faremo, di certo, girando i pollici!».

Altri articoli

Pulsante per tornare all'inizio