
Lo scorso anno ricorreva il centenario della U. S. San Severo, fondata nel 1922. Non tocca a me giudicare come si doveva gestire l’importante evento, ma dico solo che celebrare un centenario significa soprattutto riportare l’attenzione su persone e eventi del passato che hanno lasciato un’impronta nella storia della comunità, e sotto quest’aspetto poco purtroppo è stato fatto. Peccato, perché molti sono stati i fatti e i personaggi che hanno segnato la lunga vita della U. S. San Severo e nel contempo della città. Dalla partecipazione nell’immediato secondo dopoguerra (1947-1949) al Campionato Interregionale Sud di Serie C, girone S; agli allenatori che si sono susseguiti alla guida della squadra (mi piace ricordare Mister LAJOS POLITZER, noto allenatore ungherese, MARIO STUA, un distinto signore, già giocatore di Livorno e Como e allenatore di Teramo, Perugia e Avellino, e SILVIO RISPOLI, un sanseverese, terzino da giocatore, che nel campionato 1947-48 giocò in Serie A con la Salernitana e poi passò alla Sanremese in Serie C, dove giocò fino al 1954); ai giocatori di qualità che hanno nel corso degli anni entusiasmato i tifosi (come non ricordare i vari MICHELE CRISTALLI (papà del nostro Direttore DESIO), velocissima ala destra, i suoi compagni di squadra PONZANIBBIO e MACERATESE, e ancora TOTORE di CAPUA e RANA, due ottimi portieri, il difensore VITALE, il centrocampista RADOGNA, il centravanti TRANQUILLINI, un veneziano, e i nostri ANTONIO RAINONE e GIOVANNI CASALE, che certamente avrebbero meritato di giocare anche in Serie A, per non parlare di GIOVANNI DE ANGELIS e MICHELE PAZIENZA, che in Serie A ci sono arrivati, quest’ultimo addirittura nella Juventus di ANTONIO CONTE); alla accesa rivalità nei derby con la vicina Torremaggiore in cui non mancavano botte da orbi tra i tifosi in campo e fuori. Ci sarebbe proprio tanto da ricordare. Desidero soffermarmi però sul campionato 1968-1969, che, pur essendo stato forse il migliore tra quelli disputati dai giallo-granata, non compare sul sito dell’U. S. San Severo, e di cui nessuno ricorda nulla. Grave dimenticanza, perché quello fu un anno di grazia in cui l’U. S. San Severo conquistò sul campo per la prima volta (almeno fino ad allora) la promozione alla serie superiore, dalla 1^ Categoria alla Promozione e vinse anche la Coppa Disciplina. Una dirigenza competente e formata da amici, un bravo allenatore e un formidabile gruppo di giocatori, tecnicamente validi e umanamente ineccepibili, fu il mix vincente. Il presidente era LEONARDO DI PIERRO, un illuminato imprenditore, che dedicò gran parte del suo tempo alla squadra e il suo vice era GIOVANNI DE PASQUALE; consiglieri erano ORLANDO MINISCHETTI, un maresciallo dei carabinieri in pensione, NICOLA LAUDADIO, un insegnante che fungeva da tesoriere, e LILINO PENNACCHIO, impiegato comunale. Io che all’epoca ero corrispondente del diffusissimo settimanale MERCOLEDÌ ATTUALITÀ E SPORT, pubblicato a Bari, direttore ANTONIO QUARANTA, fui chiamato ad assumere l’incarico di segretario. Da sempre appassionato (da ragazzino per vedere le partite ero tra quelli che scalavano fino all’ultimo piano l’attuale Albergo Cicolella, allora in costruzione, con muri senza intonaco, spoglie travi di cemento armato, balconi senza parapetti), accettai con entusiasmo l’incarico. Allenatore della squadra era un altro sanseverese, ALDO CERVINI. Ma i veri protagonisti del successo furono i giocatori: DINO D’AGOSTINO, il portiere che parava anche i rigori, PINUCCIO CERVINI, difensore grintoso e difficilmente superabile, DAMIANO BORDASCO, MICHELE MASTRODONATO, VITTORIO BONPENSIERO, che aveva giocato con il Foggia di ORONZO PUGLIESE, NICOLA DE SANTIS, caro ai tifosi che lo chiamavano affettuosamente Cacanicola, un baluardo in difesa, LA SALANDRA, ENZO VIGLIONE, dal gioco elegante, DE LORENZO, di Lesina, un 10 da favola e GENTILE, di San Paolo, ala veloce e imprendibile. Tutti i ragazzi erano seguiti dal dott. SILVIO DI PIETRO, medico sociale, regolarmente tesserato e iscritto nell’ apposito elenco presso il Settore Tecnico della FIGC. In questo revival pieno di nostalgia, bisogna includere anche due figure mitiche del calcio locale: il massaggiatore DOMENICO DI MOLA, MINCUCCIO detto SAETTA, perché ai suoi tempi giocatore velocissimo sulla fascia destra, e SAVINO CACUCCI che ha dedicato una vita alla U. S. San Severo. Io, come dicevo, ho fatto il segretario e il dirigente accompagnatore ufficiale della squadra. Ero per tutti il “professore” e spesso mi toccava far passare il “mal di pancia” (c’erano anche allora) a qualche giocatore. La cosa migliore che abbia fatto credo sia stata quella di aver portato un ricorso alla CAF (la Commissione d’Appello Federale) a Roma, dopo che a Bari era stato respinto, su una irregolarità commessa dalla squadra del Noicattaro, nostra diretta concorrente alla promozione. La CAF diede ragione alla U. S. San Severo e furono proprio i due punti tolti ai nostri avversari che consentirono ai giallo-granata di vincere il campionato con un punto di vantaggio. Penso sia giusto ricordare ogni tanto queste persone e gli avvenimenti ad essi legati (e non parlo ovviamente per me). Sono le cose belle che capitano nella nostra città, poche ahimè, e che proprio per questo non devono cadere nell’oblio.
DIDASCALIA DELLA FOTO: IN PIEDI DA SINISTRA: DOMENICO DI MOLA, SILVIO DI PIETRO, MASTRODONATO, BUONPENSIERO, LEONARDO DI PIERRO, DE SANTIS, GIUSEPPE CLEMENTE, LA SALANDRA, ORLANDO MINISCHETTI, BORDASCO, ALDO CERVINI, LILINO PENNACCHIO, NICOLA LAUDADIO. ACCOSCIATI DA SINISTRA: CERVINI III, VIGLIONE, DE LORENZO, GENTILE, CERVINI II, D’AGOSTINO, D’ANGELO E MATARANTE.