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UN CASO DI…SANITA’ DISCUTIBILE ALL’ATTENZIONE DELLE DIREZIONI SANITARIA E GENERALE DELLA NOSTRA ASL

Mi chiamo LUIGI, un cittadino di San Severo, scrivo perché voglio raccontare cosa mi sta succedendo per una frattura trimalleolare e per tutta la molto discutibile organizzazione dell’Ospedale del nostro paese. Subisco un incidente il 17/12/2015 vengo trasportato all’Ospedale di San Severo, dove vengo consigliato dai dottori di cambiare ospedale perché loro non sapevano il tempo che sarebbe passato per operarmi per tutto il disagio ospedaliero, anche se era una cosa urgente. Ma per mia volontà, dovuta ai forti dolori, decido di rimanere e fortunatamente dopo qualche giorno sono stato operato. E fin qui diciamo tutto a posto, anche se un malleolo non è stato posizionato e fissato correttamente. Questa caviglia non riesce a sbloccarsi ed ho sempre problemi, sempre sotto cura medica e riabilitazione, fino a quando il mio dottore mi dice che andavano rimossi i mezzi di sintesi perché il mio organismo è intollerante a questi materiali e vado incontro al rigetto delle viti e piastre impiantate. Ma circa 20 giorni fa il mio dottore programma l’intervento per il 28/04/2016 con esami d’accertamento anticipati. Quindi la mattina del 28/04/2016 alle 7.45 a digiuno, come programmato, mi ricovero e aspetto la chiamata per andare in sala operatoria. Ma verso le 12.30 arriva l’infermiere chiedendomi di seguirlo perché il dottore mi doveva parlare. Arrivo dal dottore che mi dice che non potevo essere più operato perché lui aveva chiuso la sala operatoria e non ne voleva sapere più niente. Non sapevo cosa dire, anche perché ho fatto una cura di forti medicinali per essere operato. A quel punto chiedo al dottore: cosa faccio ora? Il dottore mi risponde: non ti posso fare niente vedi tu! Cosa faccio?Grazie!
LUIGI OLIVA

LA RISPOSTA DELLA ‘GAZZETTA’
La GAZZETTA può fare solo il suo dovere, come ha sempre fatto da 20 anni ad oggi. Protestare con la Direzione Sanitaria e con la Direzione Generale perchè si affrontino questi problemi seri e si dia una sterzata positiva alle cose che non vanno, come quella da Lei raccontata. Non è possibile che chi si rivolge alla Sanitá pubblica di questa terra, dopo aver pagato profumatamente per essere assistito, debba subìre ciò Lei ha raccontato. Le Direzioni, per le rispettive responsabilità, intervengano e, dopo aver spiegato se ciò che è successo è GIUSTO, prendano le decisioni del caso per risolvere questi problemi che, in questi termini, non depongono certo a favore dell’assistenza ospedaliera del territorio della nostra ASL.
LA REDAZIONE

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