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UN CENSIMENTO OCCUPAZIONALE PER LA CAPITANATA

Tutti noi almeno una volta abbiamo sentito parlare di censimento. Ovvero l’attuazione da parte dello stato, tramite ente nazionale di statistica, quale Istat, per la verifica delle condizioni dei nuclei famigliari, immobili e affini. Allora perché non promulgarne una forma diversificata, una tantum; per esaminare l’esatta condizione e il reale numero dei disoccupati; nonché degli inoccupati presenti nel nostro territorio? Con l’intento di accodare, inoltre, a queste categorie anche i lavoratori sottopagati e tutte le forme di “impiego” non in linea con le norme attuali. La cosa a primo impatto apparirebbe rivoluzionaria. Tuttavia darebbe un quadro reale e preciso delle genuine condizioni impiegatizie nelle nostre città. I comuni dal canto loro, subordinati al regolare svolgimento di questa funzione, specifica, potrebbero impiegare personale volontario; in alternativa assumere momentaneamente addetti retribuiti per attuare lo scopo prefissato. Magari stringere accordi con la protezione civile per un regolare svolgimento. Si potrebbe sponsorizzare l’evento con manifesti pubblici, social network, spot televisivi ecc. Invitando la popolazione coinvolta, in questa delicata condizione, a presentarsi spontaneamente commentando la propia situazione; dunque per essere censita. Operando in ordine alfabetico, onde evitare confusione, quindi giungere in base alla lettera in esame abbinata alle iniziali del cognome; in quel dato periodo. In riferimento ai risultati visto il quadro emergente; accedere a fondi comunitari, dove possibile, assumendo specialisti del caso, preposti nella creazione progetti a tal scopo; per porre rimedio nel breve tempo. Numeri reali alla mano; chiedere persino uno stato di emergenza. Iniziare a fare da provincia, capofila, per elargire una nuova condizione circa la mancanza d’impiego, facendo passare questa come una calamità; chiedendo uno status simile a quello generato da un disastro. Potrebbe essere un’occasione unica nel suo genere, ponendo il nostro territorio come pilastro, esempio utile per tutti gli altri. Dopotutto le persone con questo annoso problema vivono, spesse volte, in condizioni di estremo disagio. Non è solo una questione lavorativa; le ricadute sociali vanno ben oltre.
Vincenzo Naturale

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