Cultura

UN FEBBRAIO DI SANGUE

di MICHELE MONACO

MATTEO FRACCACRETA (1772-1857), storico e letterato, fu testimone e cronista di una delle pagine più tragiche della storia di San Severo. I fatti che lui descrive nel tomo sesto della sua opera letteraria “Teatro Topografico Storico-poetico della Capitanata” (editore FORNI) ruotano attorno ai seguenti tre avvenimenti dell’anno 1799. – 8 FEBBRAIO: I REPUBBLICANI INNALZANO IN PIAZZA DELLA TRINITÀ (OGGI PIAZZA DELLA REPUBBLICA) “L’ALBERO DELLA LIBERTÀ”, emblema del nuovo governo cittadino; – 10 FEBBRAIO: L’ALBERO VIENE ABBATTUTO DAGLI ANTI-REPUBBLICANI I QUALI SI ABBANDONANO AD UNA SPIETATA CACCIA ALL’UOMO TRUCIDANDO BARBARAMENTE TUTTI QUELLI CHE AVEVANO “OSATO” PIANTARE L’ALBERO. Fu un linciaggio in piena regola, con uno spietato accanimento sui corpi prima tagliati e poi intombati nella buca dell’albero ormai divelto. Il linciaggio, si sa, non prevede alcun processo, nemmeno quello sommario. Si uccide e basta. A questo orrore si innesca –inevitabilmente – la rabbia e il dolore dei sopravvissuti. IL 25 FEBBRAIO, SU SOLLECITAZIONE DELLE FAMIGLIE DEI REPUBBLICANI TRUCIDATI, UN NUMERO CONSIDEREVOLE DI SOLDATI NAPOLEONICI AGLI ORDINI DEL GENERALE DUHESME GIUNGONO DA NAPOLI A SAN SEVERO e dopo il netto e arrogante rifiuto di ottenere dalla municipalità borbonica i mandanti e gli esecutori della strage avvenuta in piazza, attaccano le postazioni armate della città e dopo una violenta battaglia – senza quartiere – si contano i seguenti caduti: 240 cittadini sanseveresi, altri cento cittadini armati provenienti da paesi limitrofi e un centinaio di soldati francesi. Insomma, nel breve tratto di qualche settimana, San Severo diventa un teatro di sangue e di odio dove si conta un totale di 450 morti. ”Un‘atroce catastrofe” la definisce lo storico FRACCACRETA. A questo punto alcune necessarie domande sono legittime: “Questa tragedia, questi spargimenti di sangue si potevano evitare? Di chi furono le responsabilità? Ebbene, sembrerà incredibile, ma ancora oggi, 218 anni dopo, esistono scuole di pensiero divergenti tra loro, il dibattito rimane aperto e continua nel tempo.

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