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UN INSEGNANTE RICORDA IL CORONAVIRUS

L’emergenza del “coronavirus” ha impedito le lezioni frontali tra alunni e insegnanti i quali dovettero fare in poco tempo una riconversione del loro metodo d’insegnamento. Non si sono mai fermati. La didattica provarono a farla “on-line”. In quei difficili giorni, web e social network diventarono potenti mezzi di comunicazione utili tra insegnanti, famiglie e studenti. Ci fu chi si organizzò con piattaforme in streaming, chi usò YouTube, chi inviò i compiti ai genitori degli alunni attraverso i gruppi presenti su Whatsapp. Si trattò di strumenti e metodologie sperimentati per costruire una didattica digitale funzionale ai programmi di quasi tutte le materie e renderle fruibili ai ragazzi. Alcuni insegnanti sostennero che l’esperienza che stavano vivendo potesse contribuire a dare alla scuola una nuova frontiera verso l’innovazione che sarebbe servita anche dopo l’emergenza sanitaria… Altri sostennero che sarebbero serviti altri 10 anni per abituare – lentamente – alunni e famiglie ad utilizzare la teledidattica. Al di là di queste considerazioni fu però subito chiaro a tutti che comunque sia un insegnante in carne e ossa, per il rapporto con gli alunni, è sempre meglio di una lezione a distanza. In quei giorni mi fu chiesto cosa avrei cercato di inviare – per via telematica – a dei ragazzi della scuola primaria per sdrammatizzare l’incombente sentimento naturale di paura legato all’emergenza del coronavirus. Ecco: mi venne in mente di proporre (perché la imparassero a memoria) una celebre filastrocca di GIANNI RODARI intitolata <<IL DITTATORE>>. RODARI scrive: << UN PUNTO PICCOLETTO, SUPERBIOSO E IRACONDO, “DOPO DI ME” GRIDAVA “VERRÀ LA FINE DEL MONDO!”. LE PAROLE PROTESTARONO: “MA CHE GRILLI HA PEL CAPO? SI CREDE UN PUNTO-E-BASTA, E NON È CHE UN PUNTO-E-A-CAPO”. TUTTO SOLO A MEZZA PAGINA LO PIANTARONO IN ASSO E IL MONDO CONTINUÒ UNA RIGA PIÙ IN BASSO.>>Avevo dato ai ragazzi il seguente motivo di riflessione: “SE PARAGONIAMO QUESTO TERRIBILE VIRUS AL DITTATORE DI RODARI, SE LO RIDUCIAMO AD UN PUNTO PICCOLETTO CHE SI CREDE DI ESSERE LA FINE DEL MONDO E SE NON ABBIAMO PAURA DI LUI LASCIANDOLO SOLO IN MEZZO ALLA PAGINA, ALLORA LO AVREMMO SCONFITTO”.

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