Cultura

UN PRINCIPE DEL FORO E LA MARCHESA DI GRUMO

di MICHELE MONACO
L’avvocato GIACOMO METTA (fondatore e capostipite dello studio legale “METTA” la cui lunga tradizione forense è nota a tutti gli addetti ai lavori), vissuto a Bari tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, ha scritto e pubblicato – nel 1911 – una interessante monografia sull’Istituto ASILI INABILI AL LAVORO (Piazza Allegato-San Severo) evidenziando i meriti della benefattrice CONCETTA MASSELLI Marchesa di Grumo. Di GRUMO NEVANO, Comune situato a pochi chilometri da Napoli e paese natìo dello scienziato DOMENICO CIRILLO, martire del pre-Risorgimento Partenopeo. Dalla monografia dell’avv. METTA si evince che la Marchesa, vedova di FRANCESCO MASSELLI, morì in San Severo il 29 gennaio del 1907 senza lasciare discendenti di sorta. La Marchesa dedicò tutto il suo impegno e le sue sostanze economiche per la costruzione dell’ASILO, i cui lavori iniziarono nel 1898 e terminarono nel 1902, anno dell’inaugurazione come testimonia un raro e prezioso manifesto dell’epoca (nella foto a corredo). Quell’imponente opera ebbe il riconoscimento giuridico di ENTE MORALE con il Regio Decreto del 1905. La Marchesa non si fermò solo a questo, si impegno anche a versare una rendita annua di 10.000 LIRE all’Asilo e ad arredarlo in ogni sua parte per una spesa di 500.000 LIRE. Completò il suo capolavoro di mecenatismo quando nel 1905 (due anni prima della sua morte) con un testamento olografo volle istituire come suo unico erede universale l’Asilo Inabili al Lavoro. Il testamento fu impugnato dai fratelli e dai nipoti della Marchesa per rivendicarne tutta la cospicua eredità. La contesa giudiziaria fu aspra e lunga ma alla fine la Corte di Appello di Trani ebbe a proclamare valido il testamento contenente la ferma e lucida volontà della Marchesa che era anche Presidente dell’Ente Morale. Le ragioni vittoriose favorevoli all’Asilo furono sostenute dal sacerdote e professore ENRICO IRMICI (successore della Marchesa a Presidente dell’Asilo) e soprattutto dagli avvocati GIACOMO METTA, DANTE GERVASIO e MICHELE D’ORSI. Tutto questo accadeva nei primi anni del 1900. Si faccia in modo che quella grande opera, voluta e difesa strenuamente da una grande donna e dai suoi fedeli collaboratori, oggi -a distanza di oltre un secolo – sia rispettata e difesa con altrettanta volontà, passione e onore.

Altri articoli

Pulsante per tornare all'inizio