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UN PROGETTO FORMATIVO A.N.T.E.A.-LICEO ‘PESTALOZZI’

Esistono beni di carattere relazionale come la reciprocità, la gratuità, la fiducia senza i quali è difficile costruire rapporti sociali.L’ANTEA è cresciuta su se stessa per forza endogena, in virtù del suo patrimonio interiore, ricco di una sensibile tensione sociale e di virtù morali come la saggezza, la solidarietà, l’amicizia.Noi soci abbiamo scoperto di avere tali virtù avendo vissuto in concreto un rapporto con gli altri. Ogni attività dell’Associazione è finalizzata al bene individuale e collettivo, dentro e fuori del suo ambito. Anche questa volta essa mette in atto l’ennesimo progetto in cui avrà un significativo ruolo la reciprocità che trae la sua vocazione virtuosa dal mondo a cui appartiene. Essa possiede una proprietà biunivoca che consente di stabilire una corrispondenza tra due soggetti disposti ad un vicendevole scambio di ciò che ognuno desidera donare all’altro. I soggetti in questione sono l’ANTEA e il Liceo Artistico, Linguistico, Scientifico e Scienze Umane “E. Pestalozzi” di S. Severo. Si tratta di un progetto formativo pianificato da autorevoli professionisti che conoscono le esigenze culturali dei giovani e le potenzialità della Scuola e operano in direzione di un più elevato e coerente sviluppo di entrambi. È programmato l’espletamento di attività di alternanza scuola-lavoro valide per trasmettere delle importanti informazioni che possono contribuire alla formazione culturale e umana degli studenti. Il percorso sarà seguito e sostenuto da due tutor: uno esterno dell’ANTEA nella persona del Presidente prof. GIUSEPPE COLACCHIO e uno interno della Scuola che debbono operare in simbiosi affinché ogni attività sia aderente alla lettera e allo spirito del progetto. Il carattere del suo iter di alternanza scuola-lavoro è in sintonia con la realtà sociale e le dinamiche operative dell’ANTEA che, in qualità di organismo di volontariato, consegue finalità che corrispondono ai valori morali che la qualificano. La costatazione da parte dei giovani che essa svolge la sua opera con l’aiuto di persone non più giovani, indurrà la loro mente a riflettere sulla vecchiaia non come una entità archeologica, ma come un valore da mettere a disposizione degli altri. La terza età, quando è attiva, evita le ipertrofie patologiche di comportamento dovute all’indebolimento delle capacità mnemoniche, fisiologiche e logiche conseguenti all’invecchiamento. Inoltre, i giovani potranno apprezzare l’impegno operativo, il valore organizzativo di un progetto, il pregevole lavoro collettivo per la sua realizzazione, l’elevatezza dei fini verso cui tende, i giovani hanno bisogno di scoprire il significato della vita e di acquisire la convinzione che è impossibile immaginare un individuo privo di vincoli, distaccato, senza legami con gli altri, così come è impossibile immaginare una comunità che prescinde dal contributo morale e sociale dell’individuo. E gli anziani potranno apprendere dai giovani l’entusiasmo, la spontaneità, la gioia di vivere, ma anche la loro inconsapevole consapevolezza che l’induce all’errore e mette a nudo le loro debolezze e l’esigenza di un aiuto da chi ne ha la responsabilità. Un felice caso di osmosi culturale e umana da cui i due soggetti potranno trarre un reciproco arricchimento spirituale.

MICHELE TAURISANI

 

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