Un Trio Fra Le Righe e Pubblico Estasiato Per il LUIS PERDOMO & CONTROLLING EAR UNIT
Un Trio Fra Le Righe e Pubblico Estasiato Per il LUIS PERDOMO & CONTROLLING EAR UNIT
Featuring:
LUIS PERDOMO: piano
MIMI JONES: bass & voice
MARK WITHFIELD JR: drums
Il tris a San Severo del grande pianista e compositore LUIS PERDOMO registra il sold-out alla prima del San Severo Winter Jazz Festival.
Sold out che era stato preannunciato da 10 giorni avanti alla serata di apertura della settima edizione del San Severo Winter Jazz Festival promossa dal Caffè Tra Le Riighe@Spazio Off in collaborazione con l’Associazione Amici Jazz San Severo.
Sala gremita all’inverosimile da tantissimi amici jazzofili provenienti anche da fuori città e provincia e gli applausi scroscianti per ringraziare la brillante esecuzione del loro vastissimo repertorio composto da brani a firma di Perdomo presenti nel suo ultimo lavoro discografico “Twenty Two” e in “Montage” il primo disco di recente uscita per piano solo, ed altri brani a firma della statuaria contrabbassista MIMI JONES.
Di certo, per chi conosce e ama il pianismo di Luis Perdomo sicuramente le aspettative sono state soddisfatte.
Non cosa facile per me scrivere qualcosa di inedito quando ci si trova a dover parlare di un mostro sacro del pianoforte: LUIS PERDOMO.
Forse il nome non è altisonante come quello degli esimi colleghi dei quali nel corso dei suoi studi sono stati direttamente o indirettamente influenti, come il lirismo di Bud Powell, la brillantezza tecnica di Oscar Peterson e le linee melodice di Ahmad Jamal, e ancora Chick Corea, McCoy Tyner, Keith Jarrett, ma di sicuro il livello tecnico maturato da Perdomo non è da meno.
Se si riesce ad immaginare la suggestiva ipotetica fusione corredata di irresistibili accenti latini e afro-americani, si avrà una prima, e nondimeno parziale idea di come “suoni” la musica di Luis Perdomo. Se si parla di Latin Jazz contemporaneo, a tinte esotiche e ritmiche afro-americane immerse nel “mood” del migliore Swing, non si può non menzionare questo geniale pianista di origine venezuelana ma trapiantato a New York da 22 anni.
Troppo talento, troppo gusto, troppa tecnica e soprattutto, classe da vendere, fin dallo splendido esordio di “ Focus Point “ con Miguel Zenon, Ravi Coltrane, Ugonna Okegwo, Miriam Sullivan, Carlo DeRosa, Ralph Peterson and Roberto Quintero. (RKM Music – 2005) che impone il nome di Luis all’attenzione della critica internazionale e non solo. Un tocco pianistico da grande e vero leader, fra geometrie e asimmetrie, delicati ricami e passaggi d’insolita verve “percussiva”, furiosi e frenetici fraseggi sincopati e linee più rilassate, romantiche, figlie della tradizione musicale d’appartenenza. Musica straordinaria per i più raffinati palati jazzistici, lo stile e l’eleganza di sonorità delle composizioni eseguite, traboccanti di impeto e vivacità ma anche di risvolti agrodolci e sapori nostalgici, meditativi, sognanti, velocità e precisione impressionanti e ……., l’ascoltatore inevitabilmente coinvolto al massimo grado.
Tutto ciò per poter definire che oggi Luis Perdomo può considerarsi una delle pietre miliari della musica jazz del XXI secolo.
Un pianismo che si reggeva sulla solida base della contrabbassista MIMI JONES con i suoi tanti supersonici fraseggi ed assoli, notevoli per varietà e novità di puro incanto, la sua voce sensuale, morbida, un composito collage di temi dedicati all’improvvisazione senza il benché minimo calo di tensione e capace di trasportare l’ascoltatore fra ritmiche frizzanti e movimentate grazie anche agli eccezionali intermezzi con il giovane e grande MARK WITHFIELD JR. Un giovanissimo batterista (appena 27 anni, figlio d’arte del grande chitarrista jazz Mark Withfield) che ha saputo districarsi con disinvoltura fra divisioni ritmiche afro-americana di incredibile complessità, mettendo in mostra agilità esecutiva e soprattutto quell’incomparabile “feeling”, quel gusto unico nell’esecuzione estemporanea con abbondanti micro-variazioni da sembrare il suo marchio di fabbrica.
Anzi è proprio quando ci sono gli scambi tra batteria e basso che si esce fuori dal pentagramma e si dà spazio all’improvvisazione.
La cosa più accattivante per me e credo di tutti i presenti, oltre ai virtuosismi tecnici, è stato anche il sorriso con cui i tre professionisti hanno suonato e la capacità di trasmettere la loro allegria e la loro gioia di vivere.
Un cinque stelle meritato, il concerto del Luis Perdomo & Controlling Ear Unit.
Antonio Tarantino
Direttore Artistico San Severo Winter Jazz Festival