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UNA COSTITUZIONE (IL)LIBERALE?

di FRANCESCO GIANNUBILO

Indagata in precedenza la genesi della Carta Costituzionale, sorgono complessi interrogativi sul rapporto tra Costituzione e costruzione della Repubblica e, quindi, sul ruolo dei partiti nel dopoguerra. La scelta di un parlamentarismo temperato fu quasi obbligata, tuttavia, la politicizzazione di tutto il dibattito istituzionale creò di fatto una dinamica politica che portò dritto al suo debordare in tutti gli ambiti ad essa estranea e, dunque, ad una espansione mostruosa del sistema partitico e ad un patriottismo solo di partito. Una mastodontica proliferazione burocratica ed una spropositata centralizzazione della politica hanno costituito l’alfa e l’omega della Costituzione, che rispecchiava ancora un mondo in cui l’iniziativa individuale, l’originalità, l’autonomia personale contavano poco. In definitiva, una assoluta incapacità a considerare basilare la dignità della persona e la sua libertà, compresa quella economica, tant’è che ogni principio affermato a tutela della libertà è sempre accompagnato da qualche riserva: i costituenti vedevano la Costituzione come uno strumento di protezione dello Stato piuttosto che dell’individuo! Un errore macroscopico che ha portato alla distruzione del vero diritto ed alla crescita di un regime partitocratico sostanzialmente dispotico. L’affidamento alla riserva di legge delle libertà – se ne contano più di 50! – non rappresenta più una protezione per i cittadini. La legge, dunque, è stata pervertita, le violazioni dei nostri diritti provengono dalle leggi attesa la smisurata discrezionalità legislativa concessa al Parlamento da norme costituzionali ambigue, cosicché, le riserve di legge che si riferiscono alle libertà individuali rimettono i nostri beni più preziosi nelle mani delle maggioranze parlamentari. Anche e soprattutto la separazione e la limitazione dei poteri era un cardine primario del costituzionalismo liberale: ma in Italia il cardine è stato scardinato per via dell’insieme “PARLAMENTO-GOVERNO”, che è diventato tutt’uno, una mostruosa “AUTORITÀ GOVERNANTE”, la principale dissipatrice della ricchezza nazionale, che ha carta bianca quasi del tutto e, di fatto, ha consentito allo Stato di diventare PADRONE DI TUTTO. Proprio alla fine degli anni Ottanta il velo di legittimità che ricopriva il sistema -un sistema di corruzione, di sottogoverno, di teratologica e ipertrofica proliferazione di rendite politiche- si è squarciato ed è apparso in tutta la tragica realtà l’enorme spreco di risorse pubbliche, provocato proprio dall’impianto costituzionale tuttora vigente, ciò che ha provocato una degenerazione a catena.La formale struttura liberaldemocratica di facciata della Carta ha, in realtà, aperto le porte ad un modello sostanzialmente collettivistico, come del resto sognava la stragrande maggioranza dei costituenti, convinti com’erano che lo “Stato sociale” dovesse superare lo “Stato di diritto” nello sviluppo storico.Se i partiti, dunque, hanno potuto appropriarsi del potere, se le forme di “economia pubblica sono vertiginosamente simili a quelle di un sistema politico di “socialismo reale”, se è annullato il potere decisionale a causa della debolezza dell’esecutivo, se è fallita la divisione dei poteri, se è esploso il cancro della ”RENDITA POLITICA” parassitaria e la crescita smisurata della spesa e del debito pubblico, tutto ciò proprio grazie all’impianto costituzionale del ’48, e le miniriforme o le pseudo riforme solo di facciata non potranno che convincerci ancor di più che sia impossibile liberarsi di un sistema marcio e decrepito fondato su una COSTITUZIONE ILLIBERALE. Occorrerà, nell’immediato prosieguo, qualche ulteriore riflessione su singoli passaggi costituzionali, ma il rapido esame sin qui tracciato delle nefaste conseguenze di quei presupposti ideologici, c’inducono a dire che, se per difenderci da ladrocini e scorrerie nacque e prosperò il costituzionalismo liberale, noi abbiamo tutto il sacrosanto diritto di pretendere quella COSTITUZIONE LIBERALE che ancora manca all’Italia. Altrimenti la storia prima o poi si vendica e presenta il conto!

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