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UNA POPOLAZIONE IN AFFANNO

A San Severo, un centro urbano abbastanza sviluppato, gli eventi lieti, tristi o tragici, non precipitano nel vuoto della superficialità e dell’indifferenza come succede nelle grandi città. Al contrario, essi acquistano una forza di penetrazione nell’ambiente e negli animi da provare la sensazione di essere coinvolti intimamente. Una profonda e diffusa crisi esistenziale sembra abbia trovato dimora fissa nella psiche della popolazione. Non si ha a che fare con la vecchia figura del ladro gentiluomo, messa in luce dalla letteratura e dal cinema. Una espressione eufemistica che vuole caratterizzare una personalità erudita, raffinata nei modi e restia ad arrecare violenza fisica alle persone. Un ladro sui-generis che si introduceva in ambienti di gente altolocata e congeniali stratagemmi, tecniche e strumentazioni sofisticate, rubava gioielli o scassinava casseforti per impossessarsi del contenuto. Una professionalità da considerarsi ormai fuori corso in questo campo. Il guaio è che il drammatico susseguirsi di atti criminosi sono compiuti da giovani sbandati, drogati che preferiscono rapinare usando delle strategie rapide, a sorpresa, mettendo in atto dei colpi di scena travolgenti che sconvolgono e paralizzano la capacità di reazione di chi li subisce. Sono ladruncoli che agiscono a mano armata, non hanno nessuna considerazione per la vita umana, inclini a improvvisi raptus di violenza e furia omicida. I sanseveresi rischiano di cadere nella trappola di un ineluttabile fatalismo e di sentirsi condannati dal destino a dover accettare passivamente il corso degli eventi. Una spirale di atti delittuosi, di soprusi che si avvita intorno a se stessa descrivendo una situazione irreversibile avvolta da un tetro e spaventoso buio di paura, di psicosi, presupposto sintomatico di una possibile sindrome depressiva. I sanseveresi rivendicano solo il diritto ad un’esistenza libera, dignitosa, civile. Si sta verificando una recrudescenza di casi di rapina che avvengono a distanza molto ravvicinata nel tempo, in posti diversi. In Italia la sopraffazione e la corruzione sono da considerarsi degli atteggiamenti filosofici invece le rapine sono degli sbrigativi espedienti criminosi di vita molto difficili da contrastare. Le continue sollecitazioni del sindaco FRANCESCO MIGLIO, presso le autorità competenti, per un potenziamento degli organici delle forze di Polizia, allo scopo di poter prevenire il crimine attraverso un controllo capillare del territorio, non hanno sortito un esito positivo. Per tale ragione, il Sindaco ha voluto sottoporsi allo sciopero della fame. I sanseveresi, per il momento, non possono fare altro che porsi in una paziente e speranzosa attesa. Attenzione! Intanto che il presente articolo giungesse alla “GAZZETTA”, un nuovo gravissimo evento si è verificato nella nostra città: colpi di arma da fuoco sono stati sparati contro un automezzo della polizia di Foggia venuta a sostegno di quella locale…

MICHELE TAURISANI

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