Con questa lettera, inviata alla massime Istituzioni italiane, il Centro ‘L. Einaudi’ si fa promotore di una importante proposta, in vista delle Celebrazioni Dantesche e si inserisce nel cerchio dei grandi propositori del 2011. “Non può passare un anno così importante senza lasciare un segno indelebile, né si può pensare che siano sufficienti solo convegni e atti celebrativi per ricordare DANTE, conosciuto, tradotto e studiato in tutto il mondo”. Nel ‘De vulgari eloquentia’ DANTE sostiene che la lingua è la nazione…pertanto: <<Io sottoscritta Grande Ufficiale prof.ssa ROSA NICOLETTA TOMASONE, in qualità di fondatrice e Presidente del Centro Culturale Internazionale “L. Einaudi” di San Severo (1990), Vice presidente dell’Itinerario Culturale europeo “Le Vie di Carlo V” (dal 2015), in prossimità del 2021, anno delle Celebrazioni dei 700 anni dalla morte di DANTE, sento il dovere di proporre alla Vostra attenzione la necessità e l’importanza di riconoscere la LINGUA ITALIANA QUALE ELEMENTO e SIMBOLO DI UNITA’ E IDENTITA’ NAZIONALE, perché possa essere onorata unitamente alla Bandiera e all’Inno Nazionale. Sono consapevole che questa mia non è la prima né l’unica voce che si leva a difesa della nostra Lingua e che questa richiesta è stata già autorevolmente avanzata. Lo stesso Ministro DARIO FRANCESCHINI, nel costituire il Comitato per le Celebrazioni Dantesche così si è espresso “…per riscoprire orgoglio e identità nazionale…DANTE è l’unità del Paese” e da DANTE a MACHIAVELLI, al MANZONI, al DE SANCTIS e ad altri illustri letterati e studiosi, tutti sono accomunati da un’unica consapevolezza: “La lingua italiana è il fattore portante dell’identità nazionale”. Su questo tema il 21 febbraio 2011 si è svolto al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica GIORGIO NAPOLITANO, l’incontro “La lingua italiana fattore portante dell’identità nazionale”, nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Sappiamo che la questione della Lingua necessita di un atto formale che la riconosca tra i simboli della Repubblica, senza nulla togliere alla tutela delle minoranze linguistiche e all’importanza dei dialetti. La lingua italiana è rimasta nei secoli, da DANTE ai nostri giorni, comprensibile e viva, dimostrandosi un organismo nella sua naturale e culturale evoluzione ed è da considerare un bene comune da custodire e tramandare “con orgoglio” anche alle giovani generazioni. Ciò non vuol dire esulare dall’apprendimento di altre lingue, né vuole essere un atto di miopia o di rifugio nella memoria storica, ma si vuole ribadire, che la nostra identità, anche dal punto di vista linguistico, affonda le sue radici in un patrimonio di beni materiali e immateriali che tutti nel mondo ci riconoscono. E serve a ribadire l’importanza di usare la nostra Lingua sempre e in tutti i consessi anche internazionali. I nostri rappresentanti politici e quanti hanno voce all’estero devono usare la Lingua italiana come segno di identità e di appartenenza, diversamente non si rispetta e non si fa apprezzare la nostra Cultura. La lingua è comunicazione e i messaggi devono arrivare a tutti in maniera chiara ed efficace, ma l’utilizzo di tante parole straniere, che pure hanno il loro corrispettivo in italiano, non fa che allontanare il destinatario dalla comprensione del messaggio. O è questo che si vuole? Raccogliendo su questa mia il consenso di numerosi studiosi, docenti universitari e autorevoli personalità del mondo della Cultura, mi faccio latrice di questa proposta e vorremmo che nell’anno delle Celebrazioni Dantesche in Italia e nel mondo (2021), la nostra Lingua, studiata ed amata in tanti Paesi stranieri, possa godere in Italia del prestigio che merita. Distinti saluti>>.
ROSA NICOLETTA TOMASONE
Medaglia d’Oro della Scuola,
della Cultura e dell’Arte