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Vegliamo nella vita, in piedi nelle città, 21 febbraio in piazza per la famiglia

Il momento è arrivato. Il testo sulle cosiddette “unioni civili” è in discussione al Senato. Con questo testo il matrimonio diventa la legittimazione di una mera unione sentimentale, fondata sull’emotività e il figlio diventa un diritto, un oggetto da possedere legittimamente. Questo testo dunque smantella la famiglia, cellula base della nostra società, quindi smantella le nostre radici e il nostro futuro.

Di fronte a questo, in questo momento storico, ciascuno di noi è interpellato personalmente e chiamato ad una presa di posizione pubblica. Stare a guardare significa legittimare la dittatura del sentimentalismo spinto che ogni giorno ci viene già propinato dai media, piegati alla cultura dominante. Oggi siamo di fronte al passo successivo, alla legittimazione, alla nobilitazione, di un’unione unicamente sentimentale, la legge italiana certificherà che questo è buono, e lo farà per altro sulle basi di una menzogna.

Non c’è legge infatti che renda uguali due realtà differenti. Illudere che questo possa avvenire in nome di un “sentimento” è una presa in giro innanzitutto di chi crede, in questo modo, di trovare la felicità, ma soprattutto di chi comincerà a pensare che il matrimonio sia un istituto basato sulle emozioni o le preferenze sessuali, perdendo il senso dell’impegno permanente, della fedeltà e della responsabilità, vero scopo del matrimonio a garanzia della continuità delle generazioni.

Non possiamo accettare che questo avvenga senza aver preso una posizione pubblica, innanzitutto nella nostra vita, poi nelle piazze della nostra città questo fine settimana con le veglie delle Sentinelle in Piedi.

Non c’è infatti altro modo di cambiare la storia se non quello di scriverla personalmente, di metterci la faccia lì dove viviamo come da oltre due anni facciamo vegliando nelle piazze e svegliando le coscienze, non c’è altro modo se non testimoniare davanti ad altri che non siamo disposti a rinunciare al Bene Comune, che inizia innanzitutto con il bene vero di ciascuno di noi.

La famiglia non è una delle tante opzioni possibili per costruire la società, il matrimonio non è “una modalità di vivere l’amore”, il figlio non è mai un oggetto, l’amore non è una pulsione sessuale e la tendenza sessuale non definisce le persone. Ripetiamo, il matrimonio è una reciproca donazione, esclusiva, di un uomo e una donna che si compiono nell’apertura alla generazione ed educazione di nuove vite.

Su facebook: Sentinelle in piedi info@sentinelleinpiedi.it

Non c’è civiltà che non nasca dall’unione uomo-donna.

Non c’è felicità dove c’è una legge ingiusta.

Il matrimonio non è un diritto, é il fondamento della nostra società e noisiamo pronti a difenderla insieme, in piedi, in piazza.

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