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Vendola: l’Ospedale di San Severo non deve essere discriminato dalla Direzione Generale

Voglio sgombrare il campo da ogni facile strumentalizzazione relativa ad anacronistici campanilismi e visioni particolari, ricordando a tutti che  – con grande serenità e senso di responsabilità – abbiamo accettato che il presidio territoriale si denominasse “Ospedale di San Severo e Lucera”,

 

perché consapevoli del bacino di utenza che abbraccia il Gargano ed anche il Subappennino, facendo affidamento su una prospettiva sinergica di rilancio dei servizi agli utenti ed ai malati. Nonostante queste aspettative, dobbiamo prendere posizione in maniera netta contro la guerra in corso rispetto all’Ospedale di San Severo: questo atteggiamento discriminatorio delle Direzione Generale dell’ASL PROVINCIALE deve necessariamente terminare.

  1. Pronto Soccorso: nonostante la platea di medici che si assumono con gli avvisi pubblici, si continua a registrare la presenza dei sanitari del 118 ai quali vanno liquidate prestazioni aggiuntive che costano parecchi soldini all’azienda e che vanno evitati.
  2. Medicina: il Presidio ha un primario per 80 posti letto con due divisioni di Medicina, Oncologia lungodegenza con presenza assolutamente saltuaria e ad horas a San Severo … ogni commento e superfluo; a Cerignola, invece, esiste un sanitario con l’art. 18 incaricato che percepisce l’indennità; sullo stesso posto di primario si nomina un sanitario di Manfredonia ex art. 18 per la Direzione sanitaria, il laboratorio di analisi e un’altra struttura, tutti incarichi retribuiti contra legem: la Medicina di San Severo, sempre al completo, ha solo 6 medici che si sacrificano oltre ogni misura senza incarichi; a San Severo sono previsti posti di lunga degenza, con stanze vuote ma non funzionali perché si privilegia Lucera e si discrimina San Severo che è la sede principale e senza alcun art. 18 che si elargisce illimitatamente a Cerignola e Manfredonia.
  3. Ortopedia: è giusto tenere un presidio a Lucera ma non si può concedere la pronta disponibilità solo per il reparto e non per il pronto soccorso. Infatti solo a San Severo si opera con pochissime unità e qualche scelta discutibile, comunque si registrano i 600 ricoveri e i 900 interventi di tutti i tipi: la pronta disponibilità va intesa in senso complessivo e non può essere limitata al solo reparto che esegue solo pronto intervento. Ed allora?
  4. Cardiologia: è lo scandalo più grosso che si addebita alla Direzione che ha impedito al sottoscritto e ad un altro collega regionale, un anno addietro, di ispezionare i macchinari della Cardiologia trasferita a San Severo. Ad oggi, nonostante le promesse, i macchinari comprati con i soldi pubblici o sono accantonati o nascosti o dichiarati incedibili per punire San Severo. Una volta trasferita la Direzione i cardiologi, invece di essere assegnati a San Severo per interessi clientelari e di discriminazione sono stati alcuni trasferiti a Manfredonia che ha già 9 medici sempre UTIC e a Cerignola: San Severo (che è l’unico presidio dell’azienda che ha UTIC, cardiologia ed emodinamica) ha solo 11 medici, mentre a Lucera (con soli 4 posti) si attribuisce una struttura complessa; a San Severo (con 24 posti) nemmeno l’art. 18.

E’ arrivato il momento di mettere fine alla continua aggressione all’Ospedale di San Severo che è frontaliero ad una utenza notevolissima!

Si ribadisce che non vi è alcuna intenzione di svolgere una inutile guerra tra poveri con Lucera che merita la massima attenzione e potenziamento, ma per una concreta funzionalità il personale, le attrezzature e quant’altro DEL PRESIDIO TERRITORIALE DI SAN SEVERO E LUCERA deve, dico deve, appartenere esclusivamente alla Direzione sanitaria dei due plessi, per cui gli strumenti ed il personale devono rientrare immediatamente nelle divisioni di appartenenza.

Le amicizie personali e le appartenenze dei POTENTI DI TURNO, SPESSO INCONSAPEVOLI, non devono penalizzare un intero territorio che va dal Gargano al Subappenino.

Alla luce di tutto quanto sopra devo evidenziare il fallimento conclamato della gestione di questa Direzione Generale che ha tradito ogni aspettativa, operando in maniera discutibile, opaca e priva di prospettive, per cui devo necessariamente sollecitare il ritorno ad una politica seria per il territorio: oggi è giunto il momento delle valutazioni, per cui ritengo che si possa certamente affermare che non sono i malati, gli operatori sanitari, i familiari ed i cittadini il fulcro della nostra Direzione Generale, ma tutto ruota intorno ad altre priorità … …

Bari, 2 gennaio 2014

Dott. Francesco Damone

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