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VITE E GRANO: SIMBOLI D’ARTE DELLE CHIESE DI SAN SEVERO

L’economia locale si fonda essenzialmente sulla coltivazione della vite dell’olivo e del grano. La vite svolge una funzione catartica nella simbologia eucaristica divenendo il sangue di Cristo e spesso viene rappresentata nelle opere d’arte presenti nelle chiese. La raffigurazione della vite come motivo decorativo interno ed esterno di architetture sacre nasce da quel passo dei Vangeli di Giovanni in cui Gesù dice: “Io sono la vera vite…e voi i tralci” (Giovanni 15, 1 – 17). L’uva, espressione del sacrificio di Cristo, insieme al grano identifica il sangue ed il corpo di Cristo e corona così il mistero eucaristico. In tale combinazione pare compiersi tutta la decorazione di alcune chiese sanseveresi. Nel santuario di Maria SS. del Soccorso dietro una facciata tutta interpretata sull’alternanza di linee concave e convesse, secondo una concezione dinamica dello spazio barocco, si apre all’interno l’aula unica della chiesa, da cui emerge la cupola che sormonta l’area del presbiterio. Negli arconi di sostegno della cupola le decorazioni a rilievo, con stucchi bianchi e dorati, sono svolte sul tema dell’uva e del grano.  Dalle conchiglie nascono due gigli, allusivi della purezza di Maria, “giglio fra i cardi”” (Ezechiele 2,2), ed oltre i gigli, quegli arbusti che si contrappongono come due esse riflesse, cadono ai lati dei grappoli d’uva e si incrociano le spighe di grano. Il simulacro della Vergine, venerato nel Santuario a Lei dedicato, si presenta di fattezze brune, legno del cedro del Libano di cui è fatta e nella mano destra regge un piccolo fascio di spighe e di fiori, simboli che legano definitivamente al tema religioso l’auspicio di un raccolto abbondante. La Cattedrale di San Severo, dedicata all’Assunta, invece, ci rimanda al tema della vite, che ricorre nelle decorazioni plastiche esterne ed interne. Sulla facciata, il grande rosone, vero testimone della chiesa romanica distrutta e ricostruita con l’attuale abito barocco, mostra un’elaborata cornice multipla in cui si avvicendano le foglie d’acanto e le foglie di vite entro raggiere concentriche. All’interno, il fonte battesimale è decorato a motivi vegetali. Nella chiesa della SS. Trinità, si conserva una tela settecentesca che rappresenta la Maddalena penitente con la croce. La particolarità del dipinto è data dallo stipes, cioè il braccio verticale della croce, che è un tronco di vite, secondo l’immagine del torchio mistico: Sant’Agostino, attingendo dall’Antico Testamento (Numeri e Isaia), paragona metaforicamente Cristo ad un grappolo d’uva della Terra Promessa messo sotto il torchio da vino ed esprime così la presenza viva dell’Eucaristia e la prefigurazione del supremo sacrificio.

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