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Voucher: Carra (Uila): boom non è sinonimo di qualità del lavoro, tutelare settore agricolo

(AGENPARL) – Roma, 25 gen 2016 – “Il boom di voucher venduti nel 2015 non è sintomo di ripresa della buona occupazione, né di emersione del lavoro irregolare ma, al contrario, del diffondersi di uno strumento per abbattere il costo del lavoro a discapito dei lavoratori”. È quanto afferma Giorgio Carra, segretario nazionale Uila-Uil, commentando i dati pubblicati dall’Inps nell’Osservatorio sul precariato relativo al periodo gennaio-novembre 2015 (102 milioni di voucher venduti, il 67,5% in più rispetto al 2014) e  lamentando però, “come rispetto alla dovizia di particolari con cui l’INPS informa sui contratti attivati e cessati nel 2015, al lavoro accessorio siano dedicate solo due tabelle, entrambe relative al totale di buoni venduti; nessun dato invece, su quanti ne siano stati realmente utilizzati, né sul numero di lavoratori coinvolti”. “I dati dell’Istituto non tengono conto, poi, dell’agricoltura che, fortunatamente, mantiene ancora alcune importanti limitazioni; ciononostante, i voucher sono diffusi anche in questo settore”, prosegue Carra. “Abbiamo più volte denunciato che il sistema dei voucher, oltre a privare i lavoratori della copertura previdenziale, non contribuisce all’abbattimento del lavoro nero. Le stime che attribuiscono al sommerso circa 1/3 del Pil agricolo italiano lo confermano: vogliamo quindi ribadire con forza a chi pensa che l’estensione senza limiti dei buoni lavoro anche al sistema agricolo sia la soluzione di tutti i mali che non è così che si contrasta il lavoro irregolare, che coinvolge oltre 400 mila persone l’anno”, conclude Carra, “ma favorendo l’incontro tra domanda e offerta di lavoro regolare e premiando le aziende virtuose

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