ARGINARE A TUTTI I COSTI LA PREPOTENZA DI STRADA
di ENZO VERRENGIA
Prima ancora dell’inarrestabile successione di atti criminali, San Severo ha subito una mutazione sociale che ne ha alterato forzatamente la storia e la direzione dello sviluppo. Si tratta di un capovolgimento radicale dello strato più rappresentativo della popolazione. Fino agli anni ’60 e ’70, la città si componeva di tre classi conviventi in una gerarchia rispettosa dal basso verso l’alto e viceversa. Al vertice quella che gli inglesi definiscono ‘landedgentry’, nobiltà terriera, insomma i latifondisti. Nel mezzo le professioni, dagli avvocati ai medici e agli ingegneri, passando per i notai e i consulenti tributari. All’ultimo ma non meno importante livello l’agricoltura e l’edilizia. Abbondavano i contadini capaci di amministrare le piccole proprietà e i carpentieri di collaudata competenza costruttiva. A parte la media borghesia, fatta di impiegati, insegnanti, rappresentanti di commercio e negozianti. L’insieme era armonico, funzionava. Ciascuno occupava gli spazi e le relative circostanze di riferimento. Non si verificavano mai le indebite invasioni di campo. Poi nei grandi partiti si è deciso che per dare la scalata al potere occorrevano più voti e bisognava cercarli tra le famiglie numerose del sottoproletariato. Quello che lo stesso MARX considerava irrecuperabile alla politica e ai grandi mutamenti della società. Il termine esatto è ‘Lumpenproletariat’, proletariato straccione, facile a sfociare nella criminalità vera e propria. Così San Severo ha visto balzare sulla ribalta una fascia di persone incapaci di rapportarsi a quell’insieme armonico del passato. Prive di coscienza civile, di cultura e di sensibilità al vivere collettivo. Per giunta, molte di queste persone avevano anche strappato dei titoli di studio alla scuola avvilita da riforme populiste e velleitarie. Il risultato è ora l’emergere di un’aggregazione che si esprime nell’IGNORANZA, nel MALCOSTUME e nella PREPOTENZA DI STRADA. Quando non nel commettere gravi reati che provocano un’attenzione mediatica su San Severo tutta al negativo. Il rimedio è duplice. Da un lato la necessaria stretta repressiva affidata alle forze dell’ordine, dall’altro la rigenerazione della città sul piano dei VALORI, della COSCIENZA CIVICA e del DECORO. Serve una svolta. I sanseveresi perbene devono tornare allo scoperto e ricapovolgere l’assetto di classe, riportando le cose a quell’insieme armonico del passato.