ComunicatiPrima pagina

CHIEUTI: TUTTO PRONTO PER LA FESTA DI SAN GIORGIO

Chieuti: l’arrivo della primavera, la luce e il primo tepore del sole che dura fino a sera, i profumi della campagna, il verde ondeggiante del grano accarezzato dalla brezza marina. Aprile, il mese più bello per ogni chieutino, il periodo in cui tutti sono proiettati verso la festa patronale in onore di San Giorgio Martire che si celebra nei giorni 14, 21, 22, 23, 24 aprile e 1 maggio di ogni anno.

Una festa unica nel suo genere che coinvolge bambini, uomini, donne e anziani. Anche le pietre respirano l’aria della festa. Tutti al lavoro da mesi, gli uomini dei quattro carri (Collefinocchio San Vito, Collefinocchio Vaccareccia, Cittadella e Giovanissimi)hanno già svolto tanti allenamenti con i buoi e cavalli per farsi trovare pronti la mattina del 22 aprile.

Il Comitato festa (Pietro Florio, Mauro Galantino, Antonio De Felice, Anna Presutti, Vittorio Trombetta, Coralba Carrozza, Concetta Lombardi e Daniela Mercuri) guidati dal Parroco don Antonio Di Domenico, dal 19 marzo lavora quotidianamente per organizzare una festa degna di tal nome. A proposito queste persone che dedicano tempo per la comunità meritano rispetto e gratitudine perché non è semplice organizzare gli eventi previsti nel programma che uscirà a breve. Poi se qualcuno vuole dare una mano può farlo liberamente. In Chiesa si sta predisponendo l’addobbo a cura di Giorgio Rico che ha come collaboratore Silvano Cataldo, Giuseppe D’Agruma e qualche altro.

Allora guardiamola un po’ più da vicino questa festa che inizia il 14 aprile con la Celebrazione Eucaristica della sera conl’esposizione del santo patrono San Giorgio.

Dal 14 al 22 la Novena in onore del Santo patrono.

Il 21 aprile verso le 18.00 inizia la festa con l’entrata del Lauro. I carri che parteciperanno alla Corsa entrano in paese portando grandi rami di alloro in segno di gloria e di trionfo. L’alloro viene benedetto e posto davanti alla Chiesa. Altri rami, invece, vengono distribuiti a tutte le famiglie di Chieuti, che con essi adornano le entrate delle proprie case fino all’essicazione.

Subito dopo i fedeli portano in spalla fino alla Chiesa il Tarallo, grande treccia di pasta di caciocavallo, lavorata a mano da persone del posto (Giorgio Consilvio, Angelo Brunetti, Francesco Polce, Antonio Mancini, Carmine Di Santo, Fortunato Rimenti, Michele Iuso e il decano novantenne Antonio Vitulli che da 63 anni svolge con tanta passione questo compito. Poi ci sono tanti altri che danno una mano). Il Tarallo è adornato da uccellini anch’essi di pasta di caciocavallo, legato ad una forma di legno con nastri variopinti sulla quale sovrasta San Giorgio cavaliere che uccide il drago. Il Tarallo viene deposto ai piedi del Santo in segno di devoto omaggio quale frutto della terra e del lavoro dei chieutini. Resta in Chiesa durante tutta la festa e alla fine viene diviso in tanti pezzi quante sono le famiglie di Chieuti e del circondario a devozione del Santo patrono. Ogni famiglia avrà cura di farlo assaggiare a ogni componente.

Il 21 si chiude così e poi inizia una lunga notte, forse la più lunga dove proprio non si riesce a chiudere occhio, il giorno dopo c’è la Corsa l’evento per eccellenza della festa. In funzione di essa si vive tutto l’anno. Gli animali (cavalli e buoi) hanno bisogno di assistenza sempre e comunque. Tanti sacrifici racchiusi in sette minuti di corsa con la speranza di vincere il Palio. Di buon mattino sono già tutti in piedi perché alle nove e trenta c’è la Celebrazione Eucaristica riservata ai carrieri, cavalieri e tutti i componenti dei carri che chiedono così protezione all’amato San Giorgio. Una Chiesa gremita di gente dove si notano i colori dei quattro carri e dove qualche anziano carriere ascoltando l’inno di San Giorgio non nasconde qualche lacrima per l’emozione.

Verso le 11 del 22 aprile, il Sindaco del paese si reca accompagnato dagli amministratori comunali e dai rappresentanti dei quattro carri sul palco nella piazza principale per l’estrazione del Cartella che determina l’ordine di partenza dei carri. Un altro momento emozionante.

Verso le tredici i carri si ritrovano davanti alla Chiesa per la benedizione e lentamente si avviano verso il punto di partenza fissato in località Inforchia Maresca a circa 4 km dal paese.

Per giungere sul “picchetto” a loro destinato i carri impiegano più di due ore. Intorno alle 15.00 un boato si ode nella piazza antistante il Municipio: “sono partiti”.

Inizia così questa magnifica cavalcata verso il paese. Carrieri, cavalieri, buoi e cavalli divorano la strada cercando di vincere il Palio di San Giorgio. L’attesa è indicibile ognuno attende con ansia l’arrivo del proprio carro. Per i vincitori non è stabilito alcun premio se non il privilegio riservato ai due carrieri di portare in spalla davanti la statua di San Giorgio, indossando un caratteristico berrettino rosso, “U cupplin”, il giorno 23 nel pomeriggio. A qualcuno può sembrare un’usanza barbara ma non lo è affatto, tanto da meritare il riconoscimento con Legge Regionale n. 1 del 25 gennaio 2018, quale manifestazione di rilevanza storica da parte della Regione Puglia.

Il primo maggio con un po’ di malinconia la chiusura dei festeggiamenti con la reposizione del simulacro di San Giorgio, proiettati già al prossimo anno.

Una citazione e un ringraziamento infine vanno alle associazioni del territorio, l’“APS Corriamo”, (bellissima l’iniziativa presso la Casa d Riposo “Anna Maria Zirillo di domenica 7 aprile) e la “Pro Loco Marina di Chieuti APS” che si stanno adoperando con addobbi e altre attività, per rendere più bello e accogliente il piccolo borgo con tutti i colori dei carri.

IL Tarallo verrà confezionato quest’anno presso la Pro Loco di Chieuti APS sita in Corso Skanderbeg, a cui va un altro ringraziamento.

L’invito è rivolto a tutti, venite a Chieuti il 14, 21, 22, 23, 24 aprile e primo maggio e non vi pentirete perché sarete affascinati e travolti da tantissime emozioni, potrete notare da vicino l’entusiasmo la passione e l’amore che tutto il popolo chieutino nutre per il suo Santo patrono San Giorgio e la sua festa. Certi che l’anno prossimo ritornerete sicuramente.

Giovanni Licursi

Altri articoli

Pulsante per tornare all'inizio