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CRIMINALITA’ A SAN SEVERO: IL MUTISMO POLITICO CHE PUZZA E CHE ALLA LUNGA, NON PAGA.

Accolgo con poca convinzione e non del tutto il richiamo di Giovanni Cera, “il teologo” del locale PD (quello ufficiale). Basta banalizzare e basta strumentalizzare la questione criminalità per evidenziare la latitanza di Michele Emiliano. Occorre coesione per affrontare tutti insieme l’emergenza con risposte adeguate.

Si, ok Giovanni, va bene, in parte hai ragione, ma.

Da te ho imparato che oggi la politica

 

è anche, se non soprattutto, studio. “A studiè” mi dicevi spesso in viaggio verso Foggia. E’ evidente altresì che questo tema è serissimo e che si presta ad approcci diversi, multidisciplinari direi. Non può essere affrontato affidandosi solo ed esclusivamente a politiche locali di contrasto. Hai ragione inoltre quando affermi che le polemiche spicciole non portano da nessuna parte; ma sai altrettanto bene che una strategia condivisa, cittadini e istituzionipuò partire solo da un dialogo aperto e franco, fatto di assunzioni di responsabilità e di valutazioni oggettive della realtà. Cosa che finora non abbiamo avuto il privilegio di vedere.

Qualcuno ha detto che talvolta il silenzio ha il profumo delle rose. Ma il  “tattico mutismo” politico dell’attuale Amministrazione, fatta qualche eccezione, rispetto a questo tema ed esteso quasi ad ogni aspetto della vita amministrativa, puzza lontano un miglio di codardia.

L’Amministrazione tace. Non una sola parola dal Sindaco e dall’assessore Emiliano. Per non parlare dei neofiti del Consiglio Comunale, muti come pesci.  Non risponde nessuno aldilà di un lapidario quanto misterioso sfogo su Facebook del caro amico Francesco Miglio, che sbotta: “Mo basta!”.

Un silenzio che colpisce maggiormente quando si tratta poi di accuse pesantissime mosse da un altro Francesco, il Mirando della Giovane ItaliaSu una consulenza per il “controllo strategico” ha scritto cose gravissime, alle quali non ha fatto seguito una sola sillaba, se si eccettua un comunicato di qualche giovane volontario, tra l’altro anche abbastanza privo di elementi utili e concreti per capire come stiano veramente le cose.

Il mutismo mortifica il dibattito e, alla lunga, dal punto di vista del consenso politico, risulta un boomerang. Se poi il muto ha fatto della trasparenza e della legalità un cavallo di battaglia per accaparrarsi i voti del medio, e aggiungerei ipocrita, cittadino “mediamente indignato”, allora non dobbiamo sorprenderci se le cose stiano andando in malora, per non dire da un’altra parte.

Allora credo che sia necessario, oltre che pedagogico, continuare a porre domande serie anche con un punta polemica, soprattutto per alimentare nei cittadini una riflessione. Direi anche partendo da un dato incontrovertibile, legato a filo doppio tanto alla capacità di ascolto quanto a quella di dialogo di una Amministrazione locale: la criminalità ha come lievito madre l’incapacità socialmente diffusa di prestare attenzione a coloro che, per diverse ragioni, vivono ai margini di tutto.

Qualcuno della coalizione Bene Comune, in campaga elettorale ha affermato peretoriamente: “Gli ultimi non devono essere lasciati soli”. Domanda: quali risposte concrete state fornendo ai disperati della nostra città?

Spero di non restare in attesa per molto. Non costringetemi a procedere per supposizioni.

Nazario Tricarico

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