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CRISI ECONOMICA: QUANDO CHIUDERE E’ L’INIZIO DI NUOVA AGONIA!

Si chiama Mario, 47 anni, lombardo, ex artigiano, il protagonista di questa triste storia professionale.

Il signor Mario, a causa della crisi economica,

 

è costretto a chiudere forzatamente la propria attività liquidando l’unico dipendente (stipendio, inail, inps).

Per onorare quanto dovuto e con poche risorse finanziarie, il signor Mario è costretto a tralasciare alcune rate della propria previdenza.

Oltre al debito Inps, Mario è oggetto di accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate per una “non congrua” dichiarazione dei redditi.

Risultato della contestazione: pagamento di una cifra pari 16 mila euro!

Il signor Mario accetta bonariamente la contestazione fiscale ma non riceve alcun “sconto” .

Mario, ormai disoccupato, è gravato anche di un mutuo sulla prima casa (50 mq) con ipoteca bancaria di primo grado, le cui rate, ovviamente,  non riesce a pagare.

Nel frattempo la cartella dell’Agenzia delle Entrate è arrivata ad Equitalia, che invia l’avviso di pagamento e minaccia di vendere l’immobile (all’ asta !).

Mario, a causa della crisi economica, aveva chiesto e ottenuto un finanziamento aziendale di 50 mila euro con fideiussione dei propri anziani genitori e di una società dell’associazione artigiani, quale garante del 75% del finanziamento.

Il “garante” del prestito, nonostante il pagamento da parte del sig. Mario delle quote associative e di un’assicurazione per la garanzia del 75% dell’importo, alla fine“garantisce” un bel niente!

Mario non riesce ad estinguere il residuo (25 mila euro) di quel finanziamento e rischia di far perdere la casa ai propri genitori 80enni, ormai pignorati dalla banca e con il rischio di messa all’asta dell’immobile.

La brutta storia di Mario “da Legnano” è simile ad altre brutte storie che, in questi anni di crisi, hanno stravolto l’esistenza di molti artigiani ed imprenditori italiani.

La storia di Mario è una storia d’italica follia!

arch. Stefano de Magistris

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