don Felice CanelliPrima pagina

Documento Storico: Soldati sanseveresi scrivono a don Felice Canelli dall’Altopiano Eritreo 1935.

di Luigi Sales’43

Nel settembre del 1935, i soldati italiani erano sull’Altopiano Eritreo, pronti all’attacco all’Etiopia, contro Heilè Selassiè.

Nelle tende si viveva un clima di attesa snervante, alleggerita dalla propaganda del regime, dalle canzoni inneggianti alla gioventù, alla guerra, alla Patria lontana.
Attorno , una natura talora arida, talora lussereggiante, florida e ricca di cacciaggione, a cui si dedicavano soprattutto gli ufficiali.
Il 3 di Ottobre, il Maresciallo Emilio De Bono, varcava il fiume Mareb, entrando in Etiopia, mentre dal Sud, dalla Somalia italiana, un altro esercito, al comando di Rodolfo Graziani, si metteva in marcia verso Addis Abeba, la capitale dell’Impero Etiope.
Proprio in quei giorni, a San Severo, nella Chiesa di Sant’ Agostino, il parroco di allora, don Felice Canelli, faceva affiggere all’ingresso della Chiesa il seguente comunicato :
” Per i soldati residenti nell’Africa Orientale.
Secondo l’avviso sacro pubblicato in data 5 c.m., nella Chiesa di S.Agostino,le sere dei giorni 10 – 11 e 12 c.m.,sarà svolto un triduo di preghiera alla Vergine del Soccorso, e domenica 13, la mattina, sarà celebrata una Messa Solenne alle 9,30 e la sera avrà luogo una funzione eucaristica con discorso di circostanza, ad iniziativa di alcuni soldati nostri concittadini, appartenenti a diversi gruppi del 2° Reparto Salmeria Intendenza A.O. Eritrea.
Pubblichiamo la nobile lettera ricevuta ed i nomi dei soldati suddetti ”
Intanto era iniziata una guerra che causò il 18 novembre, le sanzioni inflitte dalla Società delle Nazioni ( l’ONU di allora ), sanzioni sostanzialmente inefficaci, ma che, con la risposta autarchica del regime fascista, permisero che si coagulasse il massimo consenso popolare attorno al Duce.
Il 6 ottobre è conquistata Adua, il 15 cade Axum, la capitale religiosa , e dopo 7 mesi, entra in Addis Abeba, il 5 maggio 1936, il Maresciallo Badoglio, che nel frattempo aveva preso il comando dell’intera operazione.
A distanza di 85 anni, la conquista dell’Etiopia ormai è storicamente vista come ” una pura e semplice rapina a mano armata “.
Un uragano di fuoco , contro l’esercito etiope e contro la popolazione civile , fu scatenato da un esercito moderno, che usò artiglieria, bombardamenti, gas e mitragliamenti aerei per commettere crimini contro l’umanità.
Esecuzioni sommarie, rappresaglie e razzie, non furono risparmiate a un popolo pacifico: guerra di sterminio voluta da Mussolini che non fece risparmiare nemmeno i contrassegni della Croce Rossa ; atrocità commesse dall’Alta Gerarchia Militare, da ufficiali e, anche, soldati, che, sottratti ai lavori dei campi del Nord e Sud Italia ( soprattutto ) andarono ad uccidere ” per un posto al sole “.
” Questa guerra è per noi, come una bella e lunga vacanza , dataci dal Gran Babbo ( Mussolini )….” ( Montanelli ).
Contadini, operai, piccoli artigiani, la parte più povera e più umile di un popolo che credette ” nell’Uomo del Destino “, per andare a ” guadagnarsi ” un pezzo di pane e un pò di terra, togliendola ” a chi ha un diverso colore della pelle …e non è una bella cosa a guardarla da vicino…” ( Conrad ).
Anche i nostri concittadini, spinti dal bisogno e dalle bugie di un regime, andarono a conquistarsi un pezzo di pane , calpestando altri poveri: ma non erano loro i colpevoli.
La paura fa parte dell’uomo, e anche i nostri soldati sentivano la necessità di una ” protezione ” divina, e forse del suo perdono, per compiere il loro dovere di soldati e per proteggere il loro sogno di un ritorno a casa , dai propri cari.
Questa la loro lettera inviata a don Felice Canelli:
” Altopiano Eritrea, 17 Settembre 1935 “:
Rev.mo Signore,
Dai lontani monti dell’Africa Orientale, a oltre 4.000 chilometri dalla Madre Patria, noi, sottoelencati militari del 2° Reparto Salmeria Intendenza,vegliamo in armi per tutelare i diritti della cara Patria, in unanime iniziativa, inviamo alla Beata Vergine del Soccorso, nostra amata Protettrice, la modesta offerta di L. 250 , pregando la S.V. Rev.ma di voler celebrare al suo altare una Santa Messa in forma solenne ed offrire un dono a nostra devozione.
Memori dei nostri amati genitori che ci hanno insegnato ad amare e a rispettare Iddio , anche oggi lontani dalla terra natia, non tralasciando mai nella nostra umile tenda di recitare il Santo Rosario alla Vergine Santissima e confidiamo sempre con cuore contrito nella sua celeste Protezione per temprare in noi i più eletti sentimenti di dovere verso Dio e verso la Patria.
Rispettosamente La salutiamo.
Sergente : Canelli Vincenzo
Cap. Magg. : De Litteriis Giuseppe
Caporali : Merlino Tullio, Buca Guglielmo,Caposiena Mario, De Santis Orlando, Palma Francesco, Valentino Giacomo, Guerra Giuseppe, Caputo Leonardo di Antonio.
Soldati : D’Amico Giuseppe, Mariani Luigi, Villani Matteo, Manocchio Matteo, Mucedola Nazzario, Gentile Michele, Pasquandrea Dante, Taranto Antonio, Pallotta Antonio, Cardone Raffaele, Altomonte Gaetano, Perillo Luigi, Pinto Nicola, De Lisi Giuseppe, Esposito Omero, Serra Luciano, Infante Stefano, Cosenza Michele, Alberetto Ciro , Salvatore Arduino, Bertolino Luigi, Guerrieri Carmine, Baldassarre Nicola, Antonino Gaetano, Tota Michele, Pagano Pasquale, Cucinelli Raffaele, Caputo Leonardo di Michele,Priore Nicola, Alberico Ciro.
San Severo 10 Ottobre 1935 ( XIII)
Il Parroco Felice Canelli.
” Quella che avrebbe dovuta diventare una colonia di ripopolamento, la terra promessa per i coloni italiani,non accoglierà nei 5 anni successivi di occupazione fascista, che 3.500 famiglie italiane, distribuite su appena 114.000 ettari .
Questi coloni non fanno in tempo però a dissodare le terre, che le prime cannonate della seconda guerra mondiale li strappano ai loro sogni.
Caduti italiani: soldati, 2.513; Ascari 1.583; operai italiani 453.
Caduti etiopi : si stima attorno ai 250.000.

Altri articoli

Pulsante per tornare all'inizio