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ELVIO UBERTIELLO: “IO AUSILIARE DEL TRAFFICO RESPINTO DAL COMUNE PER UN CAVILLO”

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Io sottoscritto ELVIO ERNESTO UBERTIELLO, cittadino sanseverese con moglie disabile e padre di un ragazzo affetto da disabilità grave, dopo tanti anni di fiduciosa quanto inutile attesa di collocamento al lavoro, nello scorso anno 2017 ho partecipato al bando di gara del Comune di San Severo per il reclutamento di 35 ausiliari del traffico.Nel mese di ottobre 2017 ho superato la prova orale, ed il successivo 14 novembre 2017 risultavo essermi classificato al sesto posto assoluto nella graduatoria definitiva degli idonei allo svolgimento delle relative mansioni.Sulla scorta di ciò, in data 1.12.2017, dopo la presentazione del corso e degli idonei ammessi – tra i quali il sottoscritto – aveva materialmente inizio il corso di formazione a cui regolarmente partecipavo. Senonchè, il seguente 5.12.2017, al termine della lezione dello stesso corso, mi veniva comunicata – personalmente dal Presidente della Commissione e dal R.U.P. – l’esclusione dalla graduatoria degli idonei, motivata dalla risultanza di un precedente penale presso il casellario giudiziale. Tengo a precisare che tale presunta risultanza recava la data del 14.11.2017, ovvero del giorno in cui sono stato dichiarato idoneo nella graduatoria finale ed ammesso al corso di formazione! Ma, poiché tale presunta risultanza – riferita peraltro ad una contravvenzione per mancata esposizione del contrassegno assicurativo sulla mia autovettura –è illegittima in quanto la relativa fattispecie di reato era ESTINTA OPE LEGIS (art. 460 comma 5 c.p.p.) già dal lontanissimo anno 2010, il giorno dopo mi recavo presso gli uffici del casellario giudiziale in Foggia, ed ivi richiedevo ed ottenevo un certificato del casellario dal quale ovviamente risultava a mio carico “NULLA”.Inoltravo pertanto istanza di annullamento in autotutela del provvedimento emesso dall’Amministrazione Comunale, riscontrata da altro protocollo comunale dell’11.12.2017 con cui veniva confermata la mia esclusione sulla scorta della asserita necessità di una riabilitazione penale ai fini della regolarità della mia ammissione. Niente di più pretestuoso. Infatti, premesso che la consapevolezza di tale risultanza in capo alla P.A., già dal momento del mio inserimento nella graduatoria degli idonei ed ammessi, è provata dalla data del relativo certificato esibito ai miei danni, viene da chiedersi quale sia la vera motivazione del successivo “ripensamento” e della conseguente mia esclusione. Ma non basta.L’illiceità della motivazione addotta, a fronte dell’inutilizzabilità nel processo amministrativo della predetta e presunta risultanza (cfr. il richiamato art. 460 comma 5 c.p.p.), appare già di per sé evidente e “sospetta” alla luce del fatto che, se si fosse trattato di un mero qui pro quo, il Dirigente dell’Area VI e Presidente della Commissione avrebbe senz’altro accolto l’istanza di annullamento in autotutela.Invece, ed inaspettatamente, il tenore di quest’ultimo prot. 628/VI ignora completamente la circostanza che gli effetti della riabilitazione penale (pronunciata dal TRIBUNALE di Sorveglianza) sono gli stessi rispetto a quanto stabilito dalla LEGGE (art. 460 comma 5 c.p.p.), arrivando a motivare espressamente che “non sembrano sussistere le condizioni giuridiche per revocare in autotutela il provvedimento di esclusione adottato ai sensi dell’art. 2 punto 6 del bando”.Sgombriamo il campo anche da quest’altra pretestuosa motivazione: al momento dell’istanza di ammissione al bando, nella quale ho dichiarato di non avere precedenti penali (in virtù di quanto sopra detto), la contravvenzione dell’anno 2008 era già ESTINTA PER LEGGE dal successivo anno 2010: ne deriva che nessuna contestazione può essermi legalmente mossa al riguardo.Tutto ciò si è risolto in mio danno, ma ancor più in danno di un soggetto disoccupato e con una situazione familiare invece meritevole di protezione, di aiuto e di vicinanza delle istituzioni locali, che conoscono la situazione del territorio meglio di quelle nazionali.Nel mio caso si è verificata un’ingiustizia di segno opposto rispetto a quella che a volte può verificarsi proprio per la mancata conoscenza profonda del territorio da parte delle istituzioni centrali: il governo della mia città, anziché intervenire per sostenere i miei sforzi di assicurare un sostentamento dignitoso al mio nucleo familiare, gravato da ben due soggetti disabili di cui uno grave, si è prodigato ed impegnato nell’arrampicarsi sugli specchi per ratificare e confermare un provvedimento ingiusto e pretestuoso.Devo qui pertanto levare il mio grido ed invocare GIUSTIZIA!Pur in procinto di promuovere ogni idonea azione legale nei confronti dei responsabili, ho scelto di informare la collettività sanseverese di quanto avviene nelle stanze del potere comunale.

ELVIO ERNESTO

UBERTIELLO

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