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Fase 2 a San Severo tra qualche imprevisto comportamentale e massimo rispetto delle regole. Tutti a comprare ma in modo disciplinato, perché il virus è ancora in giro a cercare ospiti.

Non si respira aria da “Fase 1” a San Severo, considerando che il 18 maggio le riaperture di bar, ristoranti, pizzerie, parrucchieri e centri estetici e altre attività autorizzate, si sono svolte regolarmente con tanti clienti che hanno prenotato maquillage, acconciature, acquisti di capi di abbigliamento e scarpe, portando in giro tante persone. Anche se non tutte le attività hanno riaperto, per organizzarsi meglio o perché hanno approfittato della chiusura per ristrutturare i locali. Per le attività legate alla ristorazione, per via della riduzione dei coperti, grazie ai provvedimenti emanati dalle istituzioni governative, regionali e comunali, come a San Severo, è stata data la possibilità di ampliare gli spazi esterni con l’occupazione di maggior suolo pubblico, lì dove possibile, o con l’incremento delle aree pedonali. Il tutto per consentire di mantenere, in sicurezza, lo stesso numero di coperti. Considerando il primo giorno di apertura anche per i negozi di abbigliamento e calzature, in questa “Fase 2”, il bilancio può considerarsi positivo nella Città dei campanili. Chiaramente, le riaperture hanno tenuto conto delle regole di sicurezza anti contagio e anche gli avventori dei locali e i clienti dei negozi non si sono fatti trovare impreparati (mascherine, distanza, gel/guanti per le mani) e/o insofferenti alle file e agli ingressi contingentati. Lavorare su prenotazione è il sistema usato un po’ da tutti, soprattutto per i negozi, i parrucchieri e gli istituti di bellezza. Anche l’apertura delle chiese al culto è stata ordinata, essendo state celebrate messe e cerimonie funebri. A giugno dovrebbero riaprire anche tante attività del mondo artistico e culturale. Ma per la popolazione giovanile, però, è sembrato un “liberi tutti” che potrebbe favorire il contagio visto che il coronavirus non è sparito dall’Italia e dal resto del pianeta. Gli esperti e le autorità continuano a monitorare il fenomeno e un riscontro si potrà avere a fine mese. Il settore del turismo è ancora in attesa delle disposizioni finali ma si sta preparando. Il tutto nel massimo rispetto delle norme che, però, vanno perfezionate in tutti gli ambiti. Questo il primo giorno di lavoro. “Noi abbiamo riaperto nel pieno rispetto delle regole ma in altri luoghi non è accaduto – ha rivelato Franco Lufino-. Questa non è una polemica ma la constatazione di quel rispetto delle regole e del rispetto reciproco tra le persone che serve a ridurre il rischio del contagio. Dopo settanta giorni di chiusura i negozi andavano riaperti, anche perché c’è stata tanta richiesta da parte dei clienti. I negozi sono stati molto visitati, penso di non sbagliare parlando al plurale. Ci aspetta un secondo miracolo economico, come quello del post secondo conflitto mondiale considerando che è già accaduto. L’unico dubbio – ha evidenziato Lufino– resta la differenza tra quegli uomini e quelle donne, con gli italiani di oggi. Andiamo avanti grazie ai nostri clienti e aspettiamo maggior considerazione da parte di chi ci chiede di versare i tributi a qualsiasi livello: dobbiamo pagare tutti e il giusto. Questa è la vera sfida che ci attende, secondo me. Credo che il secondo miracolo economico poggia su questo concetto. E, inoltre, le risorse devono essere ben gestite tanto dal pubblico, quanto dal privato. L’etica deve tornare a guidare le azioni di tutti, perché si potrebbe riscrivere una bella pagina di storia. Sembra utopistico ma le condizioni ci sono: basterebbe volerlo”. Pagare tutti e il giusto, potrebbe essere lo slogan della “Fase 3”. Ma occorre non abbaiare alla luna e sapere che ci sono, sempre, oltre 100 miliardi di evasione fiscale. Un cauto ottimismo sta caratterizzando la “Fase 2”, anche per tutto quello che si è visto, e si vede, per ciò che viene definita movida notturna o altre occasioni per creare assembramenti. Se dovessero scoppiare nuovi focolai si tornerebbe a chiudere tutto. Per ora, in attesa di cure specifiche e/o del vaccino, per ridurre il rischio del contagio occorre seguire semplici regole da parte di tutti: usare la mascherina; mantenere la distanza fisica tra gli individui; accurata e frequente igiene delle mani. L’areazione e la pulizia dei locali, sono da associare alle regole precedenti. I sanseveresi sono disciplinati, non sono intolleranti “alla coda” e si stanno adeguando al lavoro su appuntamento. Per bar e ristornati la situazione è ancora tutta da verificare: “Un primo bilancio è prematuro – ha precisato Diego Mezzinache ha un’importante rivendita che distribuisce bevande – Dobbiamo aspettare che riaprano tutti i bar e i ristoranti, per poter dire le cose come stanno. Ciò vale anche per le attività turistiche e balneari. Al momento, in prospettiva, fermo restando le perdite dei mesi di chiusura, la situazione mi fa essere ottimista”. Parrucchieri e istituti di bellezza sono costretti anche all’orario continuato per soddisfare la clientela: “A San Severo sono circa una ventina i centri e stiamo lavorando su appuntamento – ha dischiarato Soccorsa Sales– Sono rigorosamente applicati i protocolli di sicurezza e stiamo battendo molto sulla puntualità per non far aspettare nessuno in sala d’attesa e per poter programmare con oculatezza tutta l’organizzazione del lavoro”. Un ben fatto ai disciplinati cittadini sanseveresi.

Beniamino PASCALE

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