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Felice Cota: La certezza dell’impunità.

Uno dei maggiori mali, o forse sarebbe meglio definirlo come “anomalia” della nostra amata Nazione, Regione, Provincia e per completare Città, è la consapevolezza dei contravventori che, il reato commesso, in qualche modo,

 

non venga perseguito, o sia addirittura condonato. Quindi la certezza dell’impunità, autorizza il cattivo cittadino ad esercitare forza, prepotenza ed ignorare leggi e regolamenti.

Non c’è bisogno di fare esempi “italici” illustri; alcuni infatti sono noti all’opinione pubblica, ed hanno impegnato a lungo la ribalta nazionale, e le persone coinvolte, per lungo tempo, hanno attirato la nostra attenzione e alla fine, nonostante le imputazioni a carico, hanno visto la prescrizione di quanto perpetrato per scadenza dei termini o proscioglimento con altre banali motivazioni; in altri casi, si è assistito alla celebrazione di processi protratti all’infinito, estenuando chi, alla fine, era nel giusto.

Nella caso specifico, voglio attirare l’attenzione del cittadino sanseverese, su quanto sta accadendo in questi giorni di propaganda elettorale nella nostra città.

Nonostante ci siano delle leggi che regolamentano la campagna elettorale, chiare e non soggette ad interpretazioni personali, che vietano, oltre un certo riferimento temporale, l’affissione di manifesti propagandistici in siti che non siano sedi di partito, comitati elettorali o spazi preposti dall’amministrazione comunale, in giro si vede di tutto e di più anche nei posti più impensati.

Basta fare un giro per la città per notare manifesti abusivi su balconi di abitazioni, vetrine di negozi, vetrate di palazzi e, addirittura, presso le aree di mercato, distributori di carburante e cigli stradali (basta percorrere via Foggia per il riscontro).

Ora, se la legge impone lo stop alle comunicazioni propagandistiche elettorali fuori dagli spazi autorizzati trenta giorni prima delle elezioni, e le autorizza oltre questo limite senza che sia mostrato il volto del candidato ma solo in nominativo ed il simbolo del partito, domando: cosa ci fanno i manifesti non in regola ancora esposti?

E coloro che pur candidati e rispettosi del divieto, hanno tolto il proprio poster elettorale, è giusto che subiscano la prevaricazione di quanti, in questo momento, abusano delle leggi continuando a fare propaganda in modo illegale? Come al solito il cittadino onesto e corretto soccombe, ed il furbo e prepotente vince.

La Polizia Municipale, preposta al rispetto dei regolamenti, ha scattato foto e documentato le infrazioni, comunicandole alla prefettura, a cui spetterà il compito di comminare dei verbali.

Ma la certezza che, anche questa volta, la pena resti impunita, autorizza coloro che sono in infrazione a continuare nel loro agire scorretto.

Un’ultima considerazione: se le infrazioni, in barba alle leggi, sono commesse dai nostri futuri e probabili nuovi amministratori politici, il cittadino come può pensare di vedere salvaguardato il rispetto delle leggi e dei suoi diritti se i primi a non rispettarli sono proprio coloro che dovrebbero amministrare e dare il buon esempio?

I vecchi adagi nascono da profonde verità: “si predica bene, ma si razzola male”.

Cota Felice Teodoro

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