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Grano duro: dopo la petizione di Cia, ancora stallo sulle richieste più urgenti

Confederazione delusa da primo Tavolo di filiera al Masaf. Contratti di filiera e Granaio Italia, continua la battaglia a tutela della produzione 100% Made in Italy; passi avanti su CUN

Roma, 3 ago – La riattivazione della CUN, Commissione Unica Nazionale, il potenziamento dei contratti di filiera tra agricoltori e industria e l’avvio di Granaio Italia, il Registro telematico dei cereali, semplificato dal 2024. Su queste azioni, già sollecitate e di conclamata urgenza e validità servivano risposte, si è optato per una riunione interlocutoria, assicurando solo il riavvio della CUN in via sperimentale. Il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, e il numero uno di Cia Puglia, Gennaro Sicolo, commentano così, delusi, l’esito del primo Tavolo di filiera grano-pasta, convocato per la data odierna al Masaf.

Di fatto, come spiegano i vertici di Cia, è stata per il momento sdoganata la CUN, strategica per assicurare più trasparenza al mercato, e come già annunciato 20 giorni fa nell’incontro della Confederazione dal ministro per la consegna del dossier tecnico e delle oltre 50 mila firme raccolte con la petizione nazionale su change.org. Il confronto su Granaio Italia, invece, è risultato fermo. Decisamente lontano, poi, l’accordo sui contratti di filiera tra agricoltori e industria, fondamentale per ridefinire rapidamente i prezzi sulla base degli attuali costi di produzione.

“Sicuramente un buon clima, ma poco collaborativo all’interno della filiera -è intervenuto il presidente di Cia, Fini-. La nostra mobilitazione, quindi, continua. Rifletteremo sulle prossime iniziative, assicuriamo però al ministro l’intenzione a lavorare insieme per stringere davvero sulle priorità, che sono -ha concluso- solamente misure e soluzioni utili a restituire redditività, equità e competitività al comparto”.

A fargli eco, il vicepresidente nazionale e titolare di Cia Puglia, Gennaro Sicolo: “Il ministro Lollobrigida ha ribadito che ‘il Made in Italy si paga’. Gli diamo appuntamento a dopo la pausa estiva e torneremo per dar voce a un milione di italiani che tra petizione e impegno sul territorio, sono con noi. Non abbandoniamo la nostra mobilitazione a difesa del grano duro italiano e del lavoro di tanti agricoltori che lo producono, senza vedersi riconosciuto il giusto prezzo. Il confronto tra produttori, mugnai e pastifici è una cosa seria -ha aggiunto-, sia chiaro che vogliamo il bene dell’intera filiera, la nostra non è una lotta contro qualcuno, è una lotta per il grano 100% italiano”.

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