In evidenza

IL SAN SEVERO CALCIO MUORE…MA SI SPERA IN UNA MORTE APPARENTE!

IL COMUNE DIFENDA L’ONORABILITÀ SPORTIVA DELLA CITTÀ E CHIEDA A PREFETTO E QUESTORE DI RICONSIDERARE ATTENTAMENTE IL ‘DASPO’ ALLA DIRIGENZA

di DESIO CRISTALLI

Dalla mezzanotte di ieri il SAN SEVERO CALCIO, di fatto, non esiste più!  I cancelli del ‘Ricciardelli’ sono stati chiusi e potrebbero non essere riaperti con il ritiro dal campionato dei giallogranata sanseveresi. Che delusione soprattutto per i nostri giovani atleti! La morte non solo apparente

ma definitiva del Calcio locale sarebbe la fine di un’epoca d’oro e di una storia gloriosa fatta anche di serie C nazionale, subito dopo la seconda guerra mondiale. Ciò che è successo domenica scorsa al campo sportivo — allorchè il San Severo tornava tra le mura amiche dopo svariate decine di partite giocate sempre in trasferta sui campi di volta in volta disponibili (che vergogna per una Città così grande!) — ha lasciato l’amaro segno di ben OTTO provvedimenti DASPO, otto ‘sentenze’ che impediscono a tutto lo staff dirigenziale di assistere alle manifestazioni sportive e impediscono, dunque, anche di accompagnare la squadra e di assisterla nei modi regolamentari. Una punizione, a nostro modo di vedere, troppo severa, e lo diciamo senza voler fare gli avvocati d’ufficio di quanti non sono riusciti, in questa triste circostanza (triste anche per un arbitraggio infelice e forse oltre il limite della provocazione…!), a tenere i nervi saldi e a dare l’esempio al pubblico e soprattutto ai giovani e ai ragazzi che erano in campo e sugli spalti. Chi dirige una società sportiva deve comunque dare l’esempio e non può lasciarsi prendere da un tifo eccessivo, sfrenato e settario, comunque vadano le cose sul terreno di gioco. Sappiamo che è più facile dirlo che farlo ma ci sono modi e modi per protestare, facendo sentire alta e forte la voce di San Severo in Federazione, attraverso esposti ai designatori arbitrali, attraverso comunicati stampa di fuoco per invocare il rispetto delle regole sportive, della correttezza e della lealtà di tutte le componenti del gioco del calcio (arbitro compreso!). La foga eccessiva e la rabbia sono sempre cattive consigliere e fanno passare immediatamente dalla parte del torto! Detto ciò, ripetiamo che un DASPO così terrificante per gente che ha dimostrato di voler bene allo Sport rimettendoci tempo (sottratto alle proprie famiglie e al proprio lavoro anche per tanti anni…) e denaro non può cancellare un’autentica passione ed una onorabilità guadagnate su centinaia di campi del sud d’Italia. Dal Presidente al Vice Presidente, dal medico sociale agli altri Dirigenti e al preparatore dei portieri, a tutti loro va riconosciuto tutto ciò, anche e soprattutto perché si tratta di persone che non hanno gravi recidive da farsi perdonare e che meritano dunque le attenuanti possibili del caso. Ed è su questa base che ora il pallino passa nelle mani soprattutto dell’Amministrazione Comunale, chiamata a difendere l’onorabilità sportiva di tutta San Severo, in tutte le sedi possibili, sportive e non. Va infatti chiesto immediatamente al PREFETTO ed al QUESTORE di Foggia, per le rispettive competenze (molto diverse tra loro), di riconsiderare ogni cosa e di vedere con occhio sereno quello che è stato sbagliato nella circostanza ma anche tutto quello che probabilmente può essere stato considerato eccessivo e che forse così eccessivo non è stato. Ripetiamo: nessuna giustificazione per le intemperanze ma neppure la ‘fucilazione sportiva’ senza appello che macchia carriere sportive, mediche e dirigenziali sempre nei limiti della correttezza, come confermato dall’assenza di pesanti sanzioni pregresse del Giudice Sportive e dell’Autorità di Pubblica Sicurezza. Palazzo Celestini intervenga in fretta ai massimi livelli (Sindaco, Assessore allo Sport, Assessore alla Legalità e Presidente della Commissione Consiliare allo Sport) e cerchi di ottenere una ri-valutazione dell’intera vicenda coi distinguo obiettivi e le attenuanti giuste che vanno sempre concesse a chi opera in buona fede e non ha mai avuto fama di ‘guerrafondaio dello sport’ o di ‘elemento pericoloso’ per le manifestazioni sportive in genere. L’Amministrazione Comunale chieda tutto ciò per un gruppo di padri di famiglia che ci rimettono (sicuramente!) di tasca propria ed hanno dei figli ai quali hanno il dritto di continuare a guardare negli occhi e ad insegnare a testa alta il modo di comportarsi nella vita e nello sport, pur se in un momento di rabbia possono aver superato quel limite che ognuno deve essere capace di fissare con la propria onestà di giudizio e con intelligenza umana (e dirigenziale!). Si faccia in modo che resti la punizione della squalifica per tre giornate del campo, che resti la pesante multa comminata ma che un gruppo di onorabili cittadini di San Severo possa continuare a coltivare la passione sportiva senza ombre e macchie di sorta. Siamo certi che questo si può ottenere con la giusta serenità e la buona volontà di tutte le parti in causa (Autorità comprese!). La Cittadinanza di San Severo aspetta un segnale di distensione sociale e sportiva che risulti anche – PER TUTTI — una lezione di vita per il futuro.

Altri articoli

Pulsante per tornare all'inizio