Il voto attraverso le fiabe, visto che nessuno dà soluzione ai problemi.

La campagna elettorale in corso, non dissimile dalle tante a cui si è stati testimoni, non sta tenendo conto dello scenario post 25 settembre quando, a prescindere dalla composizione del Parlamento e dalla bandiera che sarà issata a Palazzo Chigi, emergerà la necessità di governare con provvedimenti che saranno lontani dagli slogan pre 25 settembre, raccontati in modo fiabesco.
Con la differenza che leader o presunti tali, non stanno tenendo conto nemmeno della differenza che esiste tra fiaba e favola.
In modo sintetico, non essendo un leader, credo che la campagna elettorale, dal mio attuale punto di vista del marketing, della comunicazione e del “bambino” consapevole, possa essere così rappresentata, tenendo conto anche della famosa, “morale della favola”:
L’incipit è senz’altro, senza nulla aggiungere, “La carica dei 101”anche se tutti chiamati (già sicuri di esserci) pochi saranno gli “eletti”, in tutti i sensi, che potranno raggiungere i palazzi. Non essendo nei listini bloccati, dovranno aspettare l’esito finale del voto, che andrà in scena con l’attuale legge elettorale (che nessuno vuole cambiare). Ed è così facendo che “La cicala e la formica” fa pendere il piatto verso la cicala giacché è mancata, negli anni delle belle stagioni, una programmazione strategica non solo in campo energetico, dando tutto per scontato e rimandando sempre a settembre. Ma nessuno è stato mai bocciato!
“Biancaneve e i sette nani”, perciò, non ha insegnato niente a nessuno, malgrado il finale romantico della fiaba.
Eh già, perché conviene ascoltare “Il Pifferaio magico” di turno che incontra e allinea non solo i topolini. Casa dire, quindi se, a volte, meglio guardare a “Chichibio e la gru” che con sagace ironia, ha portato a sistemare due questioni delicate e importanti, facendosi anche apprezzare per la professionalità dimostrata.
Potrei continuare ma sui social bisogna fare post brevi e non posso che assegnare la standing ovation a Carlo “Collodi” Lorenzini, ed al suo “Pinocchio”, la fiaba più letta al mondo, forse proprio perché racchiude tutto ciò che si vive ogni giorno e non ha bisogno di ulteriori commenti: Mastro Geppetto; Il gatto e la volpe; Lucignolo; Mangiafuoco; la Fata turchina; il Grillo parlante e…Pinocchio, l’ingenuo e semplice burattino/bambino, costretto a mentire all’occorrenza ma che poi si pente, per non aver dato retta a chi gli diceva che stava sbagliando o quello che era più giusto fare per il suo bene. Un pentimento che l’ha privato, in modo definitivo, dell’essere burattino.
Poi c’è Lei, “La bella addormentata nel bosco” tale è la nostra amata Italia. Nazione operosa e ingegnosa, solidale e generosa, intrisa di cultura, sedotta e abbandonata ma mai “Cenerentola”,che sa resistere alle avversità e ogni volta che s’è svegliata ha saputo reagire al meglio: sarà così anche questa volta o rimarranno, ai nostri figli e nipoti, solo le fiabe?
